Otto euro per la chat dell’orrore: caccia anche in Umbria a foto e video hard dei bambini

Otto euro per la chat dell’orrore: caccia anche in Umbria a foto e video hard dei bambini
di Michele Milletti
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Domenica 14 Novembre 2021, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 09:00

PERUGIA Otto euro appena per spalancare la chat degli orrori, per accedere a un archivio illimitato di foto e video hard di bambini. Talmente piccoli da essere in molti casi appena nati. Centinaia, migliaia di persone a condividere e diffondere l’orrore: migliaia, i file transitati anche in Umbria. Con gli investigatori della polizia postale di Torino arrivati anche fino a Perugia e dintorni per porre fine a questo abominio.
E così, mentre tre persone sono state arrestate (un parroco direttore della Caritas di Benevento, il 18enne di Bari che ha dato via da minorenne alla piattaforma a pagamento, un tecnico informatico piemontese di 37 anni), l’inchiesta si è allargata a tutto il territorio nazionale toccando anche l’Umbria e mettendo in fila complessivamente 26 indagati e decine di perquisizioni, con computer e device sequestrati in quanto contenitori di foto e video hard che gli stessi investigatori hanno definito «raccapriccianti» in quanto protagonisti anche neonati.
L’inchiesta, chiamata in codice «Meet Up», è stata coordinata dal pm Valeria Sellaroli, della procura di Torino, ed è cominciata nel febbraio di quest’anno con il monitoraggio dei canali di una piattaforma di messaggistica che fornisce a chi la frequenta ampie garanzie di anonimato. Per gli investigatori non è stato facile trovare l’imbocco del tunnel e percorrere i meandri del labirinto. Gli operatori hanno lavorato sotto copertura, creando dei nickname fasulli e spacciandosi per gente interessata a foto e video. «Ci è voluto - spiega Fabiola Silvestri, dirigente del compartimento di polizia postale del Piemonte - un lungo lavoro di carattere preparatorio. Quelle persone sono molto attente e non si tengono in contatto con chi non conoscono. Abbiamo dovuto cercare di costruire un rapporto di fiducia, perché non basta padroneggiare il mezzo informatico e visionare una piattaforma: bisogna comprendere anche il gergo utilizzato per le conversazioni».
Gli operatori sono dovuti passare da un orrore all’altro: in una «galleria» suddivisa per categorie non mancavano le vere e proprie violenze sessuali ai danni soprattutto di bambini in tenerissima età. Una volta costruito il legame è stato possibile seguire le tracce informatiche lasciate agli utenti e risalire alla loro identità.

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