Facce da Pd: giovani d'assalto,
sindaci da guerra e vecchi lupi

Da sinistra in alto: Chiodini, Batino, Scricciolo, Todini. Sotto: Leonelli, Dorillo, Moscoloni, Locchi, Ceci
di Federico Fabrizi
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Mercoledì 28 Maggio 2014, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 15:55
PERUGIA - C' Giacomo Chiodini, che a 32 anni ha blindato il centrosinistra di Magione. C' Marco Locchi a Umbertide: sindaco col 60 per cento ma in cima alle montagne russe della pax eternamente traballante Giulietti-Guasticchi. E il sessantenne Sergio Batino: dalla notte dei tempi timoniere inaffondabile a Castiglione del Lago. Per informazioni chiedere a Fabio Duca, ex dem, luned rimasto al 20% col suo “Progetto democratico”.

Il Pd-che-governa, detto tutto d'un fiato, è una cosa strana, complicata da descrivere, in cui il fattore età inizia ad avere un certo peso. Litigano un giorno sì e l'altro pure. «Cambiano verso», ma ogni tanto mica sempre. Eppure la sensazione è di qualcosa che effettivamente si modifica. Lo ha detto anche Catiuscia Marini: «Questo risultato premia una classe dirigente generazionalmente diversa. È un dato molto importante».



A proposito di volti che cambiano. Fausto Scricciolo, neo sindaco di Città della Pieve è uno che alle primarie del Pd le ha suonate al primo cittadino in carica Riccardo Manganello (Pd pure lui) e il giorno dopo s'è sentito dire: «Hai vinto con i voti di destra». Domenica ha battuto centrodestra e centrosinistra. Primarie e fascia tricolore: percorso netto da partito renziano. I democratici di adesso sono quelli alla Mirko Ceci: supporter di vecchia data dei “rottamatori”, carrarmato da preferenze alle primarie Renzi-Bersani, confermato lunedì primo cittadino di Pietralunga con il 63% e oltre. A Monte Castello di Vibio c'è Diego Mazzocchini, candidato sindaco ad appena ventanni: ce l'avesse fatta - questione di 100 schede - l'avrebbero scelto come mascotte nazionale.



Litiga, il Pd. A Gubbio c'era un sindaco “renzianissimo” della prima ora, poco più che trentenne: Diego Guerrini. Aveva vinto le primarie e le elezioni. È caduto, poi dagli sotto a litigare per qualsiasi cosa ed ora ecco il ballottaggio tra Filippo Stirati - sostenuto da Sel e socialisti (41%) - ed Ennio Palazzari sostenuto dal Pd (25%). Marsciano una volta era regno dell'imperatore Gianfranco Chiaccheroni: classe '54, oggi consigliere regionale,

nel 2004 sindaco da 82%. Adesso il generale giovane (47 anni) turco Alfio Todini per il secondo mandato aveva stretto l'intesa col tosto renziano e leonelliano Gionata Moscoloni, più giovane di una ventina d'anni. Non è bastato. Todini dovrà comunque passare per il ballottaggio. Aveva contro un paio di sfidanti alla sua sinistra e uno, Sabatino Ranieri, se lo ritroverà di nuovo di fronte l'otto giugno. Litiga e si divide, “la cosa”. A Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti (candidato del Pd più un paio di liste civiche) ha dovuto fare i conti con una specie di scisma. Il sessantenne Brunello Castellani - ex amministratore della società pubblica Centralcom ed ex iscritto al Pd - s'è candidato per i cavoli suoi e ha raggiunto il 15 per cento: 1300 voti, la metà di quelli di Presciutti. Epilogo: ballottaggio tra Presciutti e Roberto Morroni, osso duro ex sindaco del centrodestra.



Il segretario regionale Giacomo Leonelli ha provato ad affondare il colpo: «Chi era iscritto al Pd e s'è candidato contro ha perso». Cantava Piero Pelù, quello che ce l'ha con Renzi: «... è il mio corpo che cambia, nella forma e nel colore ... è in trasformazione».
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