Pd a congresso, Verini: «Serve un progetto per l'Umbria»

Pd a congresso, Verini: «Serve un progetto per l'Umbria»
di Federico Fabrizi
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Domenica 5 Luglio 2020, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 16:57
PERUGIA - Questo congresso s’ha da fare. Entro ottobre. Il Pd si attrezza per il primo passaggio “vero” dopo la batosta delle regionali. «Servono idee per l’Umbria - dice il commissario Walter Verini - di fronte al drammatico vuoto politico di questo governo regionale c’è una grande bisogno del Partito democratico». Nomi: Francesco de Rebotti unisce, Tommaso Bori ha grinta e voglia, Massimiliano Presciutti non è tipo da restare in un angolino. 
Verini era stato nominato commissario regionale da Zingaretti ad aprile 2019, con il segretario del Pd umbro Gianpiero Bocci finito ai domiciliari per l’inchiesta sui concorsi all’ospedale di Perugia e la governatrice Catiuscia Marini indagata. La scoppola delle elezioni di ottobre, con la coalizione rosso-gialla 20 punti dietro il centrodestra e il Pd al 22 per cento imponeva il congresso regionale subito dopo. La necessità di un nuovo regolamento nazionale e un nuovo statuto regionale avevano fatto rimandare tutto alla scorsa primavera, con tanto di novità importante: votano solo gli iscritti. Nicola Zingaretti era atteso a Foligno a fine febbraio, visita rinviata e congresso pure, causa pandemia. Ora si riparte da lì. Una commissione ad hoc è già insediata: Letizia Michelini, Giuseppina Bonerba, Giacomo Chiodini, Mario Tosti, Enrico Menichetti, Paolo Baiardini, Moreno Landrini, Stefania Moccoli, Daniela Tosti, Luisa Basili, Adriano Padiglioni, Stefania Cherubini, Giampiero Lattanzi, Catia Massetti e Damiano Bernardini dovranno organizzare il congresso. I mesi di luglio e agosto saranno dedicati alle iniziative di dibattito politico, feste dell’Unità comprese: «nel rigoroso rispetto delle norme anti-Covid». Poi da settembre si farà sul serio, con la proclamazione del segretario da parte della nuova assemblea regionale entro fine ottobre. «C’è bisogno di un Pd unito per un periodo delicato per la nostra Regione - spiega Verini - dalla questione acciaio all’idea dell’Umbria da ricostruire con le risorse europee già dai prossimi mesi occorre un gruppo dirigente e un progetto capace di guardare davvero al futuro».
Nel toto nomi entra di diritto il capogruppo dem in consiglio regionale Tommaso Bori: 33 anni, medico, il corsus honorum l’ha percorso partendo dal sindacato studentesco e passando per il consiglio comunale di Perugia. 
Bori però non ha esperienza da amministratore come invece il primo cittadino di Narni Francesco de Rebotti, una quindicina d’anni in più, bravo a difendere la sua seconda fascia tricolore nel 2017 e ormai istituzionale nei panni di presidente Anci. Una prima scelta tra i 41 sindaci rimasti al centrosinistra in Umbria. Un altro primo cittadino, quello di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti, all’indomani del ko delle regionali aveva annunciato di voler provare la scalata al partito. Lui non è tipo da stare in silenzio. «Da commissario sarò fuori dal congresso - spiega Verini - ma quel che serve è un confronto tra idee di partito e di Umbria. Io vedo la consapevolezza nel partito del fatto che le lotte per il potere fine a se stesso non abbiamo alcun senso. Mi limito a ricordare che siamo arrivati alle regionali dopo aver perso una marea di comuni: a febbraio 2019, prima dello scandalo sanitopoli, il Pd aveva in mano un sondaggio che dava il centrosinistra indietro di 20 punti». Si riparte da lì.
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