Pazienti da Perugia a Roma per un Ecmo, la Uil: «Così si depotenzia Terni»

Pazienti da Perugia a Roma per un Ecmo, la Uil: «Così si depotenzia Terni»
di Umberto Giangiuli
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Martedì 16 Marzo 2021, 06:30

Il dibattito sull’Ecmo (Ossigenazione extra corporea a membrana) continua. A scendere in campo il sindacato Uil funzione pubblica, dopo che i direttori generali dell’ospedale di Perugia e di Terni avevano affermato che in Umbria non si potevano fare trattamenti per patologie respiratorie con l’Ecmo perché i due ospedali non sono inseriti negli elenchi nazionali. A stretto giro arriva la risposta del gruppo aziendale Uil.

«Questo sindacato non può esimersi dal biasimare il comportamento tenuto dalle due Aziende Ospedaliere umbre- afferma- nella gestione dei pazienti trasferiti in altra regione per poter ricevere una adeguata assistenza con la procedura specialistica dell’ossigenazione extra corporea a membrana.

Si ricorda ai direttori che l'ospedale di Terni espleta questa procedura dal 2009 e anche se la casistica non è di migliaia di pazienti trattati, tuttavia la dedizione, la preparazione e la professionalità del personale hanno permesso di salvare la vita di tante persone».

«La giustificazione che ne danno i direttori delle due Aziende, per i due casi in questione- sostiene il Gruppo aziendale Uil - lascia perplessi avendo investito nella formazione del personale altamente specializzati in questa importantissima tecnica, mette in evidenza la volontà di bypassare una realtà ormai consolidata che si batte da anni per avere l'adeguato riconoscimento».

Ed ancora: «A noi sembra che questa pandemia abbia causato molti cambiamenti nella nostra Azienda e tutti atti a ridurre le capacità del “povero” e martoriato nosocomio ternano, depotenziandolo. La gestione da parte della Regione dei pazienti positivi ne dà una adeguata lettura- sostiene la Uil- basta vedere i dati ufficiali della distribuzione dei ricoveri nei vari ospedali umbri. A Terni è toccato sobbarcarsi il peso più gravoso dei pazienti gravi provenienti da tutta l'Umbria».

Non solo l’Ecmo, il sindacato chiede «di battere un colpo anche sulla costruzione del nuovo ospedale che si deve realizzare a Maratta». Terni ha un ruolo centrale nella politica sanitaria del centro Italia, ne è una dimostrazione la mobilità passiva dei cittadini afferenti alle strutture di alta specialità che registrano gran parte dei pazienti provenienti da fuori regione. «A parte qualche dichiarazione sui giornali- conclude l’Uil - non abbiamo ancora visto nulla di concreto per rilanciare l'Azienda, anzi, stiamo vedendo tutto l'opposto con il protrarsi del blocco di tutte le attività ambulatoriali e chirurgiche dove le liste di attesa sono diventate chilometriche e difficili da smaltire in tempi brevi».

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