Paura al parco a Perugia: «Mi rincorrevano in tre ma sono riuscita a scappare»

Paura al parco a Perugia: «Mi rincorrevano in tre ma sono riuscita a scappare»
di Egle Priolo
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Venerdì 26 Marzo 2021, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 09:39

PERUGIA - «Mi hanno rincorso. E se mi prendevano? Erano in tre. E se mi prendevano?».

Lo ripete tre volte Monica Capuzzo, la coriacea volontaria che con l'associazione Mirò e il marito Antonio Lusi si occupa di voler bene al parco dei Rimbocchi. Anche quando le strutture e il bar sono stati presi di mira da ladri e balordi – ed è successo tante, troppe volte – lei la mattina dopo era lì, a sistemare, riparare e pulire. Tigna veneta e olio di gomito. Esattamente come successo ieri mattina, quando Monica è arrivata al parco per alcuni lavori di manutenzione e per controllare se la Gesenu avesse portato via i sacchi riempiti dopo l'ultimo atto vandalico subito in un piccolo ripostiglio, aperto e distrutto nonostante la porta di ferro. Peccato che ieri quel ripostiglio non fosse vuoto. «All'interno – ha raccontato in una videodenuncia sui social – c'era un uomo accovacciato che si faceva di crack». Lei gli dice di andar via e fa due passi indietro, lui esce e inizia a blaterare qualcosa, lei si gira e capisce che sta parlando con due uomini poco distanti: «Erano accanto all'area giochi o a quel che ne resta», spiega. Lei li guarda e loro la fissano. Finché non iniziano a correre minacciosi verso di lei. Ma Monica corre, è poco distante dalla sua auto, salta dentro e scappa via. «E se mi prendevano?»
Non c'è rabbia nelle sue parole, ma neanche rassegnazione.

Determinazione sì, quella tanta. Lei e suo marito sono lì per «responsabilità civica», per curare un'area verde che a causa del Covid è lasciata a se stessa ma che già lo scorso anno aveva visto tornare gruppi di giovani perugini dopo stagioni di degrado. «Ma adesso senza mio marito io da sola al parco non ci vado. Adesso ho paura. Abbiamo chiesto delle telecamere di sorveglianza e un punto luce in più, più sicurezza per un parco che sta tornando a vivere».

A raccontare l'episodio anche Antonio Lusi: «Il rischio corso da mia moglie non è minimamente tollerabile. Il mondo è piano di balordi, lo sappiamo bene, ma bisogna fare in modo di rendergli quanto meno la vita difficile. Noi ce la mettiamo tutta, ma da soli davanti a questi scempi poco possiamo fare se non denunciare con la speranza di essere ascoltati. Oggi, fra virgolette, è andata bene, ma domani? Questa pessima piega va fermata e va fatto immediatamente prima che accada qualcosa di brutto».

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