Tensioni rossogialle, il M5S vuole il sottosegretario alla ricostruzione. Lucidi: «Mi sono proposto»

Stefano Lucidi e Vito Crimi
di Federico Fabrizi
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Giovedì 26 Settembre 2019, 12:24
PERUGIA - Un sottosegretario di casa alla ricostruzione post terremoto. La collera dei rivoltosi anti Di Maio in Parlamento fa tutt’uno con i mal di pancia per il patto civico nel Cuore Verde ed ora il gruppo M5S umbro spinge forte per prendersi quella casella. Il nome c’è: il senatore spoletino Stefano Lucidi nell’ufficio occupato fino al 5 settembre da Vito Crimi, a Palazzo Chigi. «Con un incarico così, l’indigeribile alleanza col Pd diventerebbe almeno masticabile», spiegano i più arrabbiati.
Il mirino è puntato sulle scelte del capo politico. Nella selezione della squadra di governo Di Maio ha fatto riferimento anche alla ripartizione regionale e all’Umbria è toccata Laura Agea, di Città di Castello, sottosegretario agli affari europei. La ex deputata al Parlamento europeo, fedelissima del capo, non è stata rieletta a Bruxelles ed è entrata nel governo, ma lei in Umbria s’è sempre fatta vedere poco e non raccoglie troppe simpatie tra attivisti e parlamentari locali. «Ho condiviso pienamente il criterio della territorialità, cioè ad ogni regione una rappresentanza governativa diretta - spiega il senatore grillino Stefano Lucidi - per questo avevo espresso disponibilità a ricoprire la carica di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega diretta e unica a ricostruzione post terremoto e Protezione civile. Ritengo sia la vera e unica emergenza del nostro territorio... non so chi abbia consigliato o suggerito il nome scelto, ne se sia stato deciso a Roma o in Umbria, certo è la persona giusta al posto giusto». Però resta la questione della ricostruzione. «Sono fiducioso che il Governo saprà trovare la giusta attenzione verso il tema del terremoto - prosegue il senatore di Spoleto - come ha sempre rimarcato il Presidente Conte è un tema al centro dell’azione del nuovo esecutivo». Il messaggio inviato a Di Maio è chiarissimo.
La deputata Tiziana Ciprini, una che su Rousseau ha votato no al patto col Pd «sbianchettato», così lo definisce lei, è più prudente ma ammette che la soluzione non sarebbe affatto male: «Potrebbe starci... c’era Crimi e ritengo che un presidio del M5S possa avere un effetto di vigilanza: non sarebbe male un equilibrio rispetto alla gestione e alla storia del Pd sulla ricostruzione». I retroscena assicurano che la trattativa sia ancora in corso. Il pacchetto di mischia spinge: mancano solo trentadue giorni alle Regionali.
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