La domanda s’alza naturale dalla palude in cui tutte le città umbre chiamate al voto si stanno muovendo sia per la scelta dei candidati, quanto per l’illustrazione dei programmi. Una palude in cui non solo sono diluite destra e sinistra, ma anche i punti fermi sui quali era stata fondata la misura elettorale delle recenti politiche. Così a Terni, a parte l’annuncio della rinascita e di una nuova regimentazione dei conti, non si ascoltano molte promesse legate a innovazioni per la città, a partire da quanto dichiarato finora dal candidato della Lega, figlio di un blitz di Salvini. E che dire di Umbertide dove pur di rincorrere un possibile successo leghista, il Pd si spacca in tre non solo per candidati, ma anche per temi.
A cominciare dalla moschea, pardon centro islamico. In cui la puntualizzazione tra i termini è come dare allo scemo del villaggio del non proprio geniale. Il risultato è il disorientamento dell’elettore che in assenza dei partiti, di qualche principio sano e non propagandistico, nella migliore delle ipotesi voterà per il proprio parente(se non c’ha litigato) o per qualche amico (se non gli deve dei soldi). Ma ripromettendosi che alle prossime regionali, dove l’ambito è un po’ meno locale, si affiderà all’astrologia. Consegnando alla luna in Sagittario il suo luminoso futuro.
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