Papale papale / In Umbria il trasporto dà i numeri. Ma «con non più di 5 minuti di ritardo»

L'aeroporto San Francesco di Assisi
di Italo Carmignani
3 Minuti di Lettura
Domenica 21 Gennaio 2018, 10:33
PERUGIA - Pare strano, ma senza assumersi la responsabilità delle profacole, è la matematica a illuminare il sol dell’avvenire su gomma, rotaia, in aria o acqua. A fare due calcoli, mai come nel 2017 si sono avuti più voli in partenza dall’aeroporto di Sant’Egidio, mai come quest’anno si sono contati più passeggeri pronti a mettersi in volo, mai come quest’anno c’erano posti auto liberi al parcheggio dello scalo e mai come quest’anno non è stata affollata la sala d’attesa. Va bene, si dirà, ma così il conto non torna. E invece sì, perché mai come in quest’anno ci sono stati stessi numeri di voli cancellati, compagnie in fuga e numero di passeggeri che avrebbero tanto voluto prendere un volo. O anche mezzo. D’altra parte la società che gestisce l’aeroporto porta nel nome il dubbio e la soluzione: (Sa)se si decolla. 

Pece e catrame. Con la stessa utilità dei tratti di A24 in pattini a rotelle, da anni si tenta di sistemare la E45 per darle una dignità superstradale. E stando al numero di cantieri, l’impegno profuso batte tutti i numeri nazionali: non c’è giorno che non si cantieri. Qualche infame, però, deve guastare tutto la notte: perché durante l’anno mai le quattro corsie corrono parallele come vorrebbe la loro natura. E ancora. Con trionfale aritmetica, l’Anas annuncia che l’80 per cento dei tratti stradali danneggiati dal terremoto sono appaltati. Ma la stessa addizione vuole che nel rimanente 20 per cento non assegnato si annidino le strade più importanti, dal raddoppio Salaria, alla galleria di Forca Canapine. Completando il trucco dei numeri con le percentuali di realizzo, laddove il 100 per cento in più può essere il raddoppio di uno a due o mille a duemila. Con la stessa, precisissima, disinvoltura. 

Binario solitario. L’ultimo trionfale rapporto di Trenitalia per l’Umbria vuole la felicità di avere nove treni su dieci in perfetto orario e che laddove ci sia un ritardo questo non supera mai i cinque minuti. Bene, intanto (per ora) dieci treni utili neanche circolano per l’Umbria. Inoltre, quando a Bruxelles l’altoparlante della stazione annuncia cinque minuti di ritardo manda anche il fragore della frustata al capotreno colpevole. Qui si applaude. Con l’entusiasmo dei novizi, il tratto della Ferrovia centrale umbra attualmente in cantiere viene annunciato come una prossima mutazione dei relativi treni da diligenza a missile. In realtà, dell’ex Mua si sistemano solo venti chilometri dei complessivi 150 dando ai fuochi della rivoluzione il senso di un petardo. Per una volta i partiti non c’entrano, perché a vendere la tara come il prosciutto sono le società per azioni e i loro amministratori. Che ormai per reclame arrivano prima dei politici e con meno di cinque minuti di ritardo.  
© RIPRODUZIONE RISERVATA