Un umbro alla corte di Sorrentino:
«Recitare con Malkovich e Jude Law
è come essere ai Mondiali di calcio»

Un umbro alla corte di Sorrentino: «Recitare con Malkovich e Jude Law è come essere ai Mondiali di calcio»
di Michele Bellucci
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Venerdì 10 Gennaio 2020, 14:27
PERUGIA - Questa sera sul canale Sky Atlantic debutterà “The New Pope", la nuova attesa serie firmata dal Premio Oscar Paolo Sorrentino che di fatto rappresenta la seconda stagione della serie TV “The Young Pope” (inizio alle 21.15). Un progetto sontuoso che ha richiesto 22 settimane di riprese, con 103 attori coinvolti e circa 9.000 comparse, oltre a una troupe di 140 persone; un team internazionale che ha permesso di preparare oltre 4.500 costumi, 1.100 paia di scarpe, 300 croci preziose per cardinali e vescovi, 200 per suore, frati e vari ordini religiosi, 350 anelli e 450 tra papaline e capelli. I due papi protagonisti sono interpretati da una coppia di stelle internazionali come Jude Law e John Malkovich, mentre nei panni di Padre Berardo c’è un attore di origini umbre, Guido Roncalli, già recentemente protagonista anche del film Rai sullo Zecchino d’oro.

Guido Roncalli, come è stato lavorare con Sorrentino?
Di sicuro è stato un grande onore. Si percepisce il fatto che sia un regista di fama mondiale. Un esempio dei tanti: di solito si usano costumi di scena, quindi sono definite solo le cose che si vedranno inquadrate. Questa volta invece ero completamente vestito da Cardinale, dalla testa ai piedi. Sorrentino per far entrare l’attore nella parte vuole che abbia tutto ciò che ci sarebbe nella realtà.

Quindi non ha utilizzato costumi cinematografici?
No, sono abiti ecclesiastici reali! Ho messo io in contatto la produzione con chi li realizza, su misura, per i cardinali. La prova costumi in questo caso non si è fatta direttamente sul set come avviene solitamente, ne ho fatte due e poi sono tornato a provare il vestito prima dell’inizio delle riprese.

Quali le differenze con esperienze nelle produzioni italiane?
Dato che a Sorrentino piace il calcio faccio un esempio sportivo. Un attore che recita in un’importante fiction italiana è come se giocasse con l’Inter in serie A, ma farlo con Sorrentino è come giocare una Coppa del mondo. Ovvio, non è come “vincerla” perché quello sarebbe stato essere protagonista, ma sicuramente è come qualificarsi ai Mondiali.

A proposito di protagonisti, con chi di loro ha lavorato?
Ho ritrovato Silvio Orlando e Massimo Ghini, che conoscevo già. Con quest’ultimo ho fatto "Papa Giovanni", una fiction di 10 anni fa nata da una mia idea. Lui faceva il Papa da giovane e io ero un importante vescovo, quindi diciamo che ci lega la Chiesa e abbiamo riso di questa coincidenza. In “The New Pope” ho recitato delle scene con Malkovich, ci sono dei dialoghi di me e lui. Credo che sia perfetto per il ruolo che fa, molto signore, aristocratico ma con un qualcosa nello sguardo di leggermente torbido. Invece Jude Law l’ho trovato davvero molto simpatico, alla mano e semplice. Lui è obiettivamente molto bello e Sorrentino è riuscito a renderlo ancora più affascinante.

Ora che ha lavorato con Sorrentino pensa si apriranno altre porte importanti?
Non c’è cosa più sbagliata di sedersi sui successi! Figuriamoci qui dove ho solo un piccolo ruolo. Certo, Sorrentino ha visto la mia faccia mentre provinava circa 100 attori da tutto il mondo e ha detto “lui sì”, quindi mi sento di aver fatto un gradino e mi piacerebbe crescere. Far parte di una squadra del genere è sicuramente una soddisfazione ma bisogna sempre rimanere umili e volare bassi. Però a questo punto mi viene da dire che la strada è quella giusta.

Può anticiparci quale sarà il suo prossimo ruolo?
Non posso dire molto ma in primavera avrò una parte importante nella fiction Rai Uno dedicata ad Alberto Sordi.
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