«Pagami o dico ai tuoi che vai a trans». A Perugia brasiliana condannata a sei anni

Il tribunale di Perugia
di Egle Priolo
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Mercoledì 1 Marzo 2023, 07:24

PERUGIA - Sei anni di carcere con interdizione perpetua dai pubblici uffici, più un risarcimento di 10.500 euro più le spese alla parte civile. Cioè uno degli uomini che ha ricattato, chiedendo soldi in cambio del silenzio sui loro rapporti sessuali o addirittura sotto minaccia.

Questa la dura sentenza emessa ieri nei confronti di una quarantenne di origini brasiliane, accusata di estorsione per due gravi episodi avvenuti nel 2017 ai danni di due uomini di 51 e 76 anni. Secondo le accuse del sostituto procuratore Mario Formisano, l'imputata, una transessuale, una notte di fine luglio di sei anni fa si è fatta pagare un rapporto sessuale mille euro, oltre alla paura della vittima più giovane. Che proprio in tribunale ha raccontato nel corso di una delle ultime udienze, quando la quarantenne lo ha minacciato subito dopo un rapporto sessuale, con un’arma appuntita e poi rubando dal cruscotto il libretto di circolazione dell’auto. «Lo rivuoi? Mi servono 2mila euro e mi servono subito. Dammeli o dico tutto alla tua famiglia». Abbastanza per spaventare l’uomo, costretto a prelevare mille euro al bancomat e a consegnarglieli subito «temendo tali rivelazioni», ha sottolineato il pm nel capo di imputazione. Secondo la ricostruzione accusatoria, infatti, la brasiliana prima si era fatta dare 40 euro e poi aveva costretto il 51enne a consegnare i soldi dopo due prelievi al più vicino sportello bancomat.
Un copione che la 40enne aveva già provato con profitto anche maggiore due sere prima, quando aveva beccato la vittima 76enne lungo la strada. Secondo le accuse, il 22 luglio infatti aveva minacciato l'uomo prima mostrandogli un coltello a serramanico e poi usando come arma di riscatto un libretto di circolazione e un paio di chiavi di cui si era impossessata all'improvviso. Nella tarda serata, come si legge nel capo di imputazione, aveva indotto il 76enne a farla «salire a bordo della propria autovettura facendo intendere di aver bisogno di aiuto». Ma quando l'uomo ha capito che non c'era nessuna reale situazione di pericolo lo aveva minacciato «esibendo un coltello a serramanico che aveva nella borsetta», dicendo di darle 500 euro per averle «rovinato la serata». L'uomo non è riuscito a prelevare e così prima di scendere al volo dall'auto, la 40enne si è impossessata del documento dell'auto e delle chiavi di un'abitazione di campagna della vittima: «Li rivuoi? Allora domani mattina mi devi portare tremila euro; contattami a questo numero e ricordati che se non lo fai so dove abiti e vengo a cercarti». L'uomo si è fatto fare un prestito da una parente e solo così è riuscito a riavere indietro le sue cose. In questo caso, per la brasiliana – difesa dall'avvocato Gianni Dionigi – è scattata anche l'accusa di furto.
Tutte contestazioni – insieme all'ipotesi di evasione dai domiciliari - che, oltre che dalle vittime (la parte civile era assistita dall'avvocato Dario Epifani), sono state confermate anche dai carabinieri portati in aula dal pubblico ministero Mario Formisano che alla fine dell'udienza conclusiva ha chiesto la condanna della quarantenne, che ha provato a difendersi dalle accuse ma evidentemente non ha convinto il collegio, presieduto da Carla Maria Giangamboni, con a latere i giudici Edoardo Esposito e Paolo Sconocchia.

Che infatti alla fine della camera di consiglio - l'imputata aveva chiesto e ottenuto il rito abbreviato, che le ha quindi anche concesso uno sconto di pena di un terzo - ha deciso per la pesante condanna a sei anni di reclusione.

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