Otricoli, grande festa della romanità al Parco archeologico sino a domenica

Legionari romani verso il campo di Ocricolum
di Marcello Guerrieri
2 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Maggio 2018, 18:54
OTRICOLI La “Sedicesima Flavia” legione romana si incontrerà con la “Sesta Ferrata” di stanza a Rovigo: non è un annuncio fuori dal tempo ma solo uno degli eventi che accadranno ad Otricoli, al Parco Archeologico, in questo fine settimana, dal venerdì alla domenica. È la festa di Ocriculum, la città romana, grande e potente, che era un baluardo sia sulla Flaminia che sul Tevere. La festa è un po' ricostruita ma la presenza romana è davvero imponente: il parco è di sicuro il più grande giacimento archeologico forse d’Italia, con reperti, come il pavimento ottagonale, che sono ai Musei Vaticani. E lì, dove lo splendore della romanità è più forte, ecco la festa, ecco il piacere di riscoprirsi cittadini dell’età imperiale. Intanto, per entrare si dovrà cambiare i soldi: via gli euro, solo sesterzi o assi auree. Poi dopo l’ingresso, una serie di installazioni che richiamano al mondo romano, come gli accampamenti o i punti di ristoro, il thermapolis, per esempio: “Una sorta di tavola calda ante litteram – spiega Federico Rubini, il responsabile della massmedialità – pollo, porchetta, vino speziato, molto, molto apprezzato. Ma basta andare verso il Tevere, poco lontano, ed ecco la tendopoli della tavola fredda, con le alici, formaggi ed altro”. E siccome i visitatori attesi sono tantissimi, solo l’anno scorso ben cinquemila, ecco che vi sono state tirate su altre due strutture, quella cacciagione e la mensa agricola, che offrirà pasti della tradizione dell’Umbria”.
La festa è intrigante e contrasta un po' con quelle dell’Umbria che guardano solo al medioevo: lì invece le facce un po' truci dei legionari romani, quasi sempre con la barba lunga, contrastano con gli svolazzanti merletti delle dame dei castelli. Ma è anche questa la bellezza di Ocricolum Ad 168. Perché quella data? “E’ l’anno del martirio di Vittore, il nostro patrono – spiega Rubini – un martirio che si è consumato in Siria, dove era di stanza la XVI Flavia. E ci è piaciuto pensare che proprio quei legionari abbiano riportato in patria, ad Otricoli, il corpo di Vittore, poi proclamato santo. E loro, le loro insegne, sono quelle della festa, della nostra festa”. Saranno almeno cinquecento i paesani impegnati nelle giornate che vanno da venerdì a domenica, tra i rievocatori e quelli addetti alle mense, segno della compattezza della comunità. Una comunità che è stata lesa dalla recentissima morte dell’ex vicesindaco Teresa Lanari: “Ci abbiamo pensato a lungo se interrompere ma poi abbiamo deciso di andare avanti anche nel suo ricordo”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA