Ostello a San Bevignate, l'Adiusu
aspetta l'ok dalla Soprintendenza

Il cantiere di San Bevignate (foto d'archivio)
di Federico Fabrizi
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Giovedì 18 Settembre 2014, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 13:13
PERUGIA - Pronti, via: si riparte. La casa dello studente di fronte a San Bevignate aspetta di ricevere il via libera dalla Soprintendenza e se il Comune non muover paglia quel palazzone si far.

L'Adisu- che era stata “incaricata” dalla Regione e dall'Università di costruire una casa dello studente in via Enrico dal Pozzo - ha già inviato tutto il papier di documenti per ottenere semaforo verde.



IL PROGETTO L'intreccio ha nel mezzo una struttura di quattro piani, progettata per ospitare 120 alloggi per studenti in faccia al cimitero monumentale di Perugia, a due passi dalle palazzine di via del giochetto. Un appalto da 12 milioni di euro che era pronto per partire lo scorso dicembre.



IL BRACCIO DI FERRO Nel tira e molla di proteste, diffide, ricorsi, autorizzazioni concesse e contestate, un punto fermo lo avevano messo lo scorso maggio Cesare Lamberti, Stefano Fantini e Paolo Amovilli: i magistrati del Tar avevano definito «scadute» le autorizzazioni paesaggistiche per quel progetto. La sentenza del Tribunale amministrativo, però, lasciava intendere chiaramente che «se l'autorizzazione è scaduta», basta ripresentarla per ottenere il via libera. Non un suggerimento, ma insomma qualcosa di simile.

La faccenda a quel punto è finita in congelatore per

diversi mesi. Nel frattempo a Palazzo dei Priori Romizi ha sostituito Boccali, ma l'Adisu si trova tra le mani un progetto fatto e pagato, un bando di gara assegnato e 12 milioni di euro pronti per essere spesi. Praticamente impossibile lasciar perdere tutto con la scusa «ce ne siamo dimenticati».



LA NUOVA AUTORIZZAZIONE Così nelle scorse settimane gli uffici dell'Agenzia per il diritto allo studio hanno rimesso in fila i documenti e inviato il faldone alla Soprintendenza. I tecnici del Ministero per i beni culturali devono valutare l'impatto paesaggistico e quello archeologico dell'opera.

Quella richiesta l'avevano ricevuta nel 2007, avevano chiesto - e ottenuto - delle modifiche e l'anno dopo avevano concesso l'autorizzazione al progetto, che trascorsi 5 anni è scaduta. Ora, senza fatti nuovi, a regola di bazzica la stessa autorizzazione andrebbe copiata e incollata.



IL RUOLO DEL COMUNE Una parte in commedia, di certo, potrebbe recitarla il Comune. La scelta di non intervenire, di fatto, corrisponderebbe alla decisone di lasciar costruire la casa dello studente di fronte alla chiesa sconsacrata di San Bevignate. Altre chance? Le ipotesi da manuale di urbanistica prevedono il ritiro della concessione da parte del Municipio, oppure una modifica del piano regolatore. La prima strada è la più rischiosa: si potrebbe finire dritti in Tribunale a litigare con l'impresa che aveva vinto un appalto. Il secondo percorso sarebbe il più sicuro, ma di certo più lungo: l'iter prevede il passaggio in consiglio comunale. Il vicesindaco Urbano Barelli - che aveva guidato il fronte

del «no alla casa dello studente in punto della città» - studia il dossier.
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