Ospedali di Narni e Amelia: interrogazione al ministro Speranza. Il M5S a a Pace (Fdi): «Lavora per il bene della città»

Luca Tramini
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 12:42

Anche il ministro della salute Roberto Speranza si interesserà dei due ospedali di Narni e Amelia: dovrà rispondere alla interrogazione parlamentare della senatrice umbra del Movimento Cinque Stelle, Emma Pavanelli, che rifà la storia del depotenziamento, del trasferimento degli anestesisti a Spoleto. Ed invita il ministro a prendere più puntuali informazioni per “valutare le decisioni della Regione di sospendere i presidi ospedalieri di Narni e Amelia, valutando se ricorrano pericoli per la salvaguardia della salute pubblica e del diritto di accesso alle cure sanitarie, la salvaguardia dei Livelli Essenziali di Assistenza, fino a valutare il commissariamento dell’Usl Umbria 2”.

Intanto sono volate parole grosse tra gli esponenti narnesi della politica, impegnata nella polemica della sanità nel comprensorio narnese e amerino: Eleonora Pace, che è narnese ma anche consigliere regionale di Fratelli d’Italia e presidente della Commissione regionale della Sanità, aveva chiamato “criminali” chi aveva protestato sabato scorso davanti all’ospedale.

Risponde Luca Tramini consigliere di minoranza del comune di Narni, posizione che condivide proprio con la consigliera Pace, che non si è dimessa dal seggio comunale.

Eccolo lo sfogo di Tramini: “Ci hanno dato dei criminali, hanno detto che siamo mistificatori e che mortificano gli operatori ma va bene così, non è un problema, si porge l’altra guancia e si va avanti con un solo obiettivo salvare i nostri ospedali e salvare le cure dei cittadini.

Non si può chiudere l’ospedale di Narni con i suoi 79 posti letto, non può essere una soluzione tirare giù le serrande su tre sale operatorie che secondo il piano regionale dovevano essere di supporto al Santa Maria di Terni oramai al collasso, perciò parliamo di una struttura fondamentale per tutta la conca ternana, non solo Narni ed Amelia ed i suoi comuni vicini.

Chiudere una struttura per spostare tre anestesisti, medici che ad oggi fanno tutt’altro e che trasferiti a Spoleto dovrebbero ripartire con la formazione, non è una soluzione, anzi è solamente un nuovo problema da risolvere. Non si può spogliare un altare per vestirne un altro. 

Domani purtroppo le persone continueranno ad ammalarsi di altro, non solo di covid e con l’ospedale di Terni che è struttura covid ed oramai al collasso le sale operatorie di Narni diventano di vitale importanza.

Se il problema è il personale allora si indicano concorsi e si assumano altri medici o si chieda supporto all'esercito come è stato fatto per Perugia ma in piena pandemia, con i posti letto che si stanno esaurendo giorno dopo giorno l’Umbria non può chiudere ospedali, deve aprirne di nuovi.   

L’altra mattina davanti all’ospedale di Narni abbiamo parlato con gli operatori sanitari e sentire dalla loro voce quello che sta accadendo. Sono stati i sanitari ed i cittadini a farmi preoccupare e spaventare raccontando le loro storie, di come abbiamo ricevute le prime chiamate per annullare visite, terapie e operazioni programmate. Donne che ci chiedevano dove sarebbero andate a fare le mammografie di controllo, terapie del dolore annullate e, l’incognita più grande di tutte, le cure chemioterapiche.

Fortunatamente dopo la protesta e l’alzata di scudi si è raggiunto un primo piccolo risultato ovvero salvare le cure chemioterapiche.

Vorrei umanamente chiedere ad Eleonora, non alla consigliera comunale o a quella regionale, non alla presidente di commissione ma semplicemente ad Eleonora la cittadina narnese e mia conterranea, abbandoniamo le divisioni politiche ed il tifo di partito, uniamoci come territorio, come sud dell’Umbria e lavoriamo per potenziare gli ospedali di Narni e di Amelia, chiedendo l’aiuto anche dell’esercito, delle associazioni di volontariato o della protezione civile, le soluzioni ci sono. Però ripensiamo a questa scelta affrettata data evidentemente da errori dovuti alla crisi emergenziale ma lavoriamo come comunità per salvare i nostri ospedali, perché le malattie, i tumori non vanno “temporanea” in vacanza e purtroppo la gente continua e continuerà ad ammalarsi non solo di covid”.

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