Orvieto Sound Festival fa centro. Il direttore artistico Pino Strabioli «Può diventare ancora più importante»

Orvieto Sound Festival fa centro. Il direttore artistico Pino Strabioli «Può diventare ancora più importante»
di Monica Riccio
3 Minuti di Lettura
Sabato 23 Luglio 2022, 00:15

Fa centro la seconda edizione di Orvieto Sound Festival avviandosi a diventare un appuntamento fisso dell'estate orvietana. Il format ideato e realizzato da OtrLive in collaborazione con il comune di Orvieto e con la direzione artistica dell'attore, conduttore televisivo e regista orvietano Pino Strabioli, si conferma un successo, piace e riporta piazza del Popolo al centro degli eventi. Un festival che lo stesso Strabioli definisce «trasversale, pensato per più pubblici, dal pubblico giovane a quello più maturo, con proposte diversificate».

Strabioli, lo scorso anno Orvieto Sound Festival fu una scommessa, quest'anno si può parlare di una conferma?

«Si, assolutamente.

Lo scorso anno tutto nacque dal mio desiderio di portare a Orvieto Diodato, così chiesi a Francesco Barbaro di OtrLive come poterlo fare e lui non solo trovò la mia una buonissima idea ma mi disse “ma perché invece di una serata non ne facciamo tre e creiamo un festival?”. Fu così che nacque il format. E fu così che nacque la scommessa, vinta, di puntare su tre serate diverse tra loro che potessero far rivivere la storia musicale di piazza del Popolo, ferma da tempo».

Una prima serata con Rkomi, che ha visto piazza del Popolo riempirsi di giovanissimi fin dal pomeriggio.

«Una vera e propria emozione. Tanti giovani, tanta gioia in piazza, la piazza gremita di giovani e giovanissimi grati e contenti di incontrare Rkomi, questo ragazzo che li ha conquistati. Così come i due giovani artisti che si sono esibiti in apertura. Bello, ragazzi felici, musica e stare insieme. Bellissimo esempio di gioia. Ma è grande successo anche per le vendite delle altre due serate, quella di Noemi con un repertorio più sofisticato, una serata nella quale sarà presente anche a sorpresa Carl Brave che viene a salutare Orvieto, con Yuman ad aprire, un momento pensato per un pubblico certamente diverso ma non meno appassionato e quella della raffinatissima Carmen Consoli, ancora un'altra pagina di musica, che vedrà l'apertura affidata a Casadilego».

E l'idea di far aprire le serate a artisti più giovani?

«Una idea che trovo perfetta, l'apertura affidata a un giovane artista che potesse, anche se già avviato alla carriera musicale, cimentarsi su un palco importante. Quest'anno il palco è più grande, diciamo più importante. Ho visto l'emozione vera in Giorgio Moretti e in Mavie, è un modo per dar loro qualcosa in più. Questi ragazzi si stanno affacciando, anche se già con una propria fisionomia, nel panorama musicale italiano. E' bello. E' gioia».

Un successo che in fondo è un successo anche della città. C'è futuro per Orvieto Sound Festival?

«Il festival ha richiamato persone da più parti d'Italia, certamente ha generato anche un indotto di cui la città ha sempre bisogno. E poi Orvieto è un palcoscenico naturale, è meravigliosa piazza del Popolo piena di gente. I numeri della seconda edizione ci hanno dato nuovamente ragione, c'è margine per farlo diventare un festival ancora più importante».

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