Orvieto, a Katia Serafini il premio di artigiano dell'anno della Cna

Katia Serafini riceve il "Pialletto d'oro" della Cna come artigiano dell'anno
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Sabato 16 Marzo 2019, 09:04
ORVIETO - La prima collezione nel 1995 creata in locale di appena 12 metri quadri e finanziata con la vendita dell'auto del marito, oggi un'azienda tessile affermata nel campo del cachemire con due showroom a Milano e New York, una produzione di 10mila capi all'anno rigorosamente made in Italy destinati anche a Usa, Europa e Medio Oriente. E' andato a Katia Serafini il "Pialletto d'oro 2019", il riconoscimento all'artigiano dell'anno che da 34 anni assegna la Cna di Orvieto in concomitanza con la festività di San Giuseppe, patrono della città del Duomo.

Nel corso della affollata cerimonia di premiazione nella sala consiliare del Comune, a cui hanno partecipato la vicepresidente nazionale di Cna Roberta Datteri e il direttore della Cna Umbria Roberto Giannangeli, sono stati assegnati dal responsabile di Cna Orvieto, Claudio Pagliaccia, anche il premio ad honorem, dedicato alla memoria di Renzo Anselmi, che è andato all'attore e conduttore tv nonché direttore artistico del teatro Mancinelli, Pino Strabioli, e quello alla carriera a Concetta Formica, titolare per anni di una maglieria nella piccola frazione di Corbara. 

Per il primo anno sono state invece assegnate due borse di studio del valore di 1000 euro in ricordo dell'artigiano-artista Marcello Conticelli, messe a disposizione dalla famiglia e consegnate ex aequo ad altrettanti studenti delle quinte classi dell'Ipsia di Orvieto: Alessio Cherubini e Michele Bacchio. A Conticelli, come ha annunciato il sindaco Giuseppe Germani, a dieci anni dalla scomparsa il Comune di Orvieto ha intenzione di intitolare via Vivaria, la strada dove si trovava la bottega dell'artigiano del ferro battuto che ha forgiato, tra le altre cose, elmi, corrazze e scudi del corteo storico oltre che il Reliquiario del Corporale custodito nella Cappella di San Brizio in Duomo. Realizzato da Conticelli anche il cosiddetto "Giglio d'Oro", il calice donato a Papa Paolo VI, in occasione della sua visita a Orvieto l'11 agosto 1964 che poi il pontefice cedette nel dicembre dello stesso anno alla Chiesa indiana come «il dono più prezioso per i più poveri del mondo». Quel calice, su cui è impresso il Duomo definito anche il "Giglio d'oro delle cattedrali", tornerà quest'anno in esposizione a Orvieto in accordo con l'Archidiocesan Heritage Museum di Mumbai dove è custodito. 
 
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