Orvieto, intitolata a Emanuele Petri la piazza del polo scolastico. Il capo della Polizia Gabrielli: “Esistiamo perché siamo al servizio delle comunità"

Orvieto, intitolata a Emanuele Petri la piazza del polo scolastico. Il capo della Polizia Gabrielli: “Esistiamo perché siamo al servizio delle comunità"
di Monica Riccio
6 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Ottobre 2020, 20:20 - Ultimo aggiornamento: 21:01

Le note dell'Inno d'Italia suonato dalla Fanfara della Polizia di Stato, ha aperto a Orvieto, venerdì 16 ottobre, la cerimonia di intitolazione del piazzale del polo scolastico di Ciconia alla memoria della medaglia d'oro al valor civile, Emanuele Petri, sovrintendente della Polfer ucciso il 2 marzo 2003 sul treno Roma-Firenze, poco dopo la stazione di Camucia-Cortona, da due esponenti delle Nuove Brigate Rosse, Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce. Petri, 48 anni, umbro, originario di Castiglion del Lago, fu ucciso da un colpo d'arma da fuoco sparato alla gola da uno dei due brigatisti durante una normale operazione di controllo documenti e di identificazione dei viaggiatori. Quel giorno di 17 anni fa, Emanuele Petri non doveva prestare servizio, ma aveva chiesto un cambio di turno per assistere un ex collega dei carabinieri gravemente malato. Il materiale che venne sequestrato ai due brigatisti permise di scoprire e arrestare molte altre cellule che in quel tempo in Italia stavano minando la serenità del Paese. Alla memoria di Emanuele Petri, l'allora presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, conferì alla moglie, Alma Broccolini, la Medaglia d'oro al valore civile quale "fulgido esempio di sacrificio della propria della vita nel compiere il proprio dovere" questa parte della motivazione di consegna del riconoscimento dello stato italiano.
L’intitolazione del piazzale e la posa di una stele, è stata promossa dal sindacato di polizia Coisp (Coordinamento per l'Indipendenza Sindacale di Polizia) e in particolar modo dal segretario nazionale, l'orvietano Stefano Spagnoli, e dal segretario generale Domenico Pianese: “abbiamo scelto questo piazzale per ricordare il sacrificio di Petri – spiega Spagnoli – perché riteniamo che sia il luogo adatto, qui dove dove ogni giorno passano i ragazzi per andare a scuola, a loro giunga il più alto messaggio di legalità e rispetto attraverso il ricordo di un uomo, un poliziotto che, medaglia d’oro al valor civile, rappresenta per tutti noi questi valori.”

Una cerimonia semplice ma allo stesso tempo carica di significato che ha voluto rendere omaggio anche idealmente a tutti coloro che, nel tempo, e in quegli anni difficili, sono caduti con il proprio sacrificio per difendere il Paese.

E non potevano far mancare la propria presenza il capo della Polizia di Stato, prefetto Franco Gabrielli, il prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi, il questore, Roberto Massucci, il vice presidente della Regione Umbria, Roberto Morroni, il presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi, il vicario del Vescovo di Orvieto-Todi, don Stefano Puri, il presidente dell'assemblea legislativa regionale, Marco Squarta, e numerose autorità civili e militari, oltre che cittadine anche provenienti da varie parti d'Italia.

A far da padrona di casa la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani: “E’ per Emanuele, per onorare la sua memoria, che oggi siamo qui ma siamo qui anche per noi, per i nostri giovani oggi rappresentanti dalle ragazze e dei ragazzi degli istituti superiori della città. Il luogo che è stato scelto per ricordare Emanuele Petri, un polo scolastico, non è casuale ma ha un alto valore simbolico. Oggi qui ricordiamo un servitore dello Stato, Emanuele Petri, e i servitori dello Stato come lui lasciano il segno di un impegno rigoroso e generoso. Ricordando il loro sacrificio rafforziamo il senso della nostra memoria che deve aiutarci a costruire persone e azioni migliori, a saper distinguere ciò che è bene da ciò che non lo è e ad evitare di ricadere in momenti che procurano dolore e sofferenza e strappano via uomini e donne di valore all’amore delle propri cari.▶️ Mi auguro che tutti i giorni passando da qui le nostre ragazze e i ragazzi riconoscano in questo luogo il simbolo della legalità, della sicurezza e della vita.”

Toccante e commosso anche l'intervento del presidente della provincia di Terni, Giampiero Lattanzi: “Questo luogo, dove è stata issata la stele in sua memoria – ha sottolineato – è un’area di passaggio verso il parco urbano ed è un monito costante ai giovani che hanno avuto la fortuna di non vivere quei terribili anni di piombo, ma è anche luogo simbolico per eccellenza perché Petri rappresenta idealmente la difesa della democrazia e delle libertà civili che lui, con il suo sacrificio, ha difeso strenuamente fino a perderne la vita. Tanti dopo di lui hanno deciso di entrare nelle forze dell’ordine per proseguire quel percorso e continuare quell’impegno.”

Carichi di speranza i discorsi dei due rappresentanti degli studenti degli istituti superiori della città, loro che non hanno vissuto quegli anni, hanno colto la necessità di crescere nel solco dei valori, del rispetto e soprattutto della legalità.

Commosso il saluto dell'Umbria a un figlio, umbro, caduto, portato dal vicepresidente Morroni e rivolto ai ragazzi l'intervento del questore Massucci: “a voi ragazzi è dedicato tutto il nostro impegno, alla vostra crescita, al vostro crescere sani e secondo i principi e i valori che noi ogni giorno, indossando questa divisa, onoriamo. Mi piace ricordare una poesia di Erri De Luca, “Considero Valore”, una poesia che mi ha fatto conoscere mia figlia Barbara. Ogni strofa inizia con “considero valore” ecco ragazzi, scrivete anche voi ogni giorno il vostro paragrafo.”

“Noi esistiamo soltanto perché siamo al servizio delle comunità la cui sicurezza ci è stata affidata”. Con queste parole il prefetto Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato, ha voluto salutare l'evento. “C'è bisogno di tornare a dare il giusto valore alla divisa che indossiamo – ha detto – c'è bisogno di tornare a dare importanza ai valori della legalità, del rispetto, dello spendersi ogni giorno nelle nostre comunità. Uomini e donne che hanno scelto di indossare una divisa ne hanno fatto una missione di vita. Emanuele Petri, e il suo coraggio, il suo sacrificio, testimoniano quanto ogni giorno sia difficile il nostro lavoro.”

Il silenzio d'ordinanza ha scandito un commosso momento di raccoglimento dopo la scopertura della stele dedicata a Petri, e la benedizione impartita da don Puri. Al termine della cerimonia, per la quale Poste Italiane ha emesso anche un annullo filatelico, ai familiari di Emanuele Petri e al capo della Polizia di Stato, sono stati donati due quadri dipinti a mano dall'artista Ercole Furia, alla signora Alba un ritratto del marito in divisa e per Gabrielli un quadro raffigurante un elicottero della Polizia in sorvolo.

Al suo arrivo ad Orvieto, in prima mattinata, il prefetto Gabrielli aveva visitato il centro cittadino, sostando davanti al Duomo, per raggiungere a piedi il Commissariato di Pubblica Sicurezza, diretto dal Vice Questore Antonello Calderini, dove ha incontrato tutti i poliziotti in servizio nella città, ai quali ha rinnovato il suo apprezzamento per il loro impegno, ricordando loro il significato del loro lavoro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA