Orvieto, l'ex assessore Gnagnarini:
“Io vittima della trappola di un Pd acefalo e conservatore”

L'ex assessore comunale di Orvieto, Massimo Gnagnarini
di Vincenzo Carducci
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Domenica 5 Novembre 2017, 09:42
ORVIETO (Tr) Sul suo profilo Facebook ora campeggia una foto di un tritacarne. Quello in cui l'ormai ex assessore comunale di Orvieto, Massimo Gnagnarini, è finito negli ultimi giorni per l'infelice post su "zio Adolf" e i rom che ha sollevato un polverone mediatico, polemiche politiche e che gli è costato il posto in Giunta. 

Gnagnarini, ritiene che la scelta del sindaco Germani nell'accettare le sue dimissioni sia stata esclusivamente legata allo scivolone su Facebook o che le pressioni politiche arrivate abbiano altra natura e origine?
«Germani è una persona per bene. Ha tentato in ogni modo di condurre avanti una sindacatura che tenesse insieme le istanze del cambiamento con quelle conservative finora espresse dal suo partito. Di certo credo che non lo aiutino le mie dimissioni per andare avanti su questa strada originaria. A monte dello scontro c'è il progetto politico finora espresso dalla Giunta Germani fortemente ambizioso, quello di mettere a reddito la città. Tutti sanno che Orvieto non riesce a fare sistema e che la ricchezza prodotta dai suoi principali motori, turismo e cultura, è ampiamente sottocapitalizzata da chi, nei rispettivi settori, finora , ha solo dimostrato di desiderare null'altro che il mantenimento dello status quo per continuare, ognuno, a coltivare gli automatismi economici prodotti dalla sua piccola quota di orticello. Questo spiega i casi sia del siluramento della gara pubblica per l'affidamento del Palazzo dei Congressi o le campagne contro la trasformazione dell' ex Ospedale in albergo di rango, sia le assurde e viscerali polemiche intorno ai sistemi legali e aperti a un più vasto mondo usati dall'amministrazione per l'affidamento della gestione dei principali beni culturali compreso il teatro Mancinelli fino alla più recente vicenda degli aiuti economici pretesi e inevitabilmente negati a favore di un'attività commerciale privata che vende libri.
Questi interessi conservativi contrari a ogni forma di arricchimento professionale e di apertura all'esterno resistono a Orvieto da ormai qualche decennio attraversando le stagioni politiche che si sono succedute compresa quella del centrodestra che prometteva di rigirare Orvieto come un calzino e dopo la quale, ovviamente, tali interessi sono rimasti sempre ben attrezzati per neutralizzare ogni altro tentativo di cambiamento. Dispongono di uno spiccato potere di condizionamento politico e mediatico. Usano pezzi di un Pd orvietano ormai ridotto a paravento acefalo e privo di qualunque visione futura della città, al quale auguro di ristabilire al più presto le condizioni interne per una più appropriata selezione della propria classe dirigente all'altezza della realtà e delle vere aspettative della nostra comunità locale. L'enorme e grottesco riflesso mediatico, studiato e coordinato, impresso al mio deprecabile infortunio su Facebook non è un caso o una fatalità, ma solo il modo maldestro e sproporzionato per mettere a tacere un amministratore con idee diverse senza farsi alcun scrupolo del danno incommensurabile che tale operazione mediatica ha prodotto alla città e alla sua immagine».

In una città che fa tanta critica ma poca autocritica non si pente della sua eccessiva presenza sui social che più volte in passato ha creato problemi e imbarazzi all'amministrazione?
«Se la mia colpa è stata da una parte dire e scrivere sempre ciò che penso e dall'altra anche un eccesso di ironia limitatamente nell'uso dei social, non penso di poter o dover correggere molto se non di evitare le trappole che in politica sono sempre lì ad aspettarti. Orvieto è una stupenda cittadina, ci conosciamo tutti tra di noi e sono certo che nessuno dei miei concittadini crede che quella frase, così come è stata estrapolata, corrisponda ai miei sentimenti. Del resto sono la mia storia personale e politica che fanno fede. Una frase che è rimasta su Facebook per giorni senza che suscitasse in nessuna delle centinaia di persone che l'hanno letta e commentata, nel contesto in cui è stata scritta, alcun giudizio o segno di sdegno o di disapprovazione essendone chiara la sua inequivocabile natura di orribile paradosso. Dopodichè della frase se ne è impossessata strumentalmente la politica e di lì la stampa locale e poi finita in una vera e propria farsa dell'universo circo mediatico».

Da amministratore che voto da al suo operato?
«Per me sono i risultati che contano. Avevo una missione, quella di riuscire a risanare i conti in rosso del Comune. Missione riuscita e sono per questo grato al Sindaco e alla maggioranza che mi hanno supportato e consigliato dandomi fiducia incondizionata e anche all'opposizione per il ruolo critico svolto. Il Comune di Orvieto è oggi fuori dalla procedura di predissesto dichiarata nel 2013 con 6 anni di anticipo rispetto ai vincoli e agli obblighi che l'avrebbero tenuta inchiodata ai propri debiti fino al 2023».

Come continuerà, se continuerà, la sua avventura politica? Sarà il referente per la Giunta e la maggioranza della lista civica "Per andare avanti" dove è stato eletto? E' un'esperienza che potrà essere riproposta alle prossime elezioni?
«Tra cinque mesi andrò in pensione e così avrò molto più tempo da dedicare alla politica e alla mia città con la stessa passione con la quale ho svolto l'incarico di assessore al bilancio in questi tre anni e mezzo.
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