Dopo oltre sei mesi, si torna finalmente “a riveder le stelle”, le stelle dell’arte nei tanti luoghi della cultura del nostro Paese, forzatamente chiusi a causa dell’emergenza sanitaria.
Da sabato 15 maggio anche il Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto e Museo Emilio Greco riaprono i battenti e invitano la comunità e gli amanti dell’arte a partecipare a questo momento importante per la Cultura e per l’identità storica della città.
Sul percorso della “ripartenza” dei Palazzi Papali, che ospitano i maggiori capolavori della raccolta, e del Museo Emilio Greco, sono state e saranno ancora guide d’eccezione i fotografi dell’associazione FotoAma Orvieto. In particolare, le immagini di Marco Mandini e di Filiberto Mariani stanno accompagnando la riapertura, documentando le atmosfere sospese delle sale del museo, e le opere d’arte private delle attenzioni del pubblico. Immagini del tutto inedite che ne restituiscono la suggestione e il fascino e invitano a guardarle con sguardo sempre nuovo e stupito.
Così, insieme a tanti fotografi che danno espressione viva e attuale all’anima artistica della città, il MODO festeggia la Giornata Internazionale dei Musei 2021 che ICOM dedica quest’anno a un tema cruciale che riguarda tutti noi, la società intera non solo gli studiosi, gli appassionati e i cultori dell’arte, ovvero: “Il futuro dei musei: rigenerarsi e reinventarsi”.
L’obiettivo è quello di ripensare la relazione dei musei con le comunità, il servizio che in esse svolgono accanto e insieme alla Scuola; di aprirsi alla sperimentazione e rinnovare i modelli di esperienza culturale.
«Un futuro che l’Opera del Duomo – spiega il presidente Andrea Taddei - vuole sempre più partecipato, riaprendo il Duomo e i Musei non solo ai visitatori, ma soprattutto alla comunità e alla collaborazione con le istituzioni, le associazioni e il territorio, e con la Scuola grazie a cui non si sono mai fermati i progetti formativi con il museo e l’alternanza scuola-lavoro. Il Duomo e i Musei dell’Opera del Duomo non devono soltanto essere dei luoghi della cultura e dell’arte della nostra città, ma della condivisione e dell’accoglienza».