L'attività di verifica fiscale, avviata nel mese di giugno, ha permesso di ricostruire l'ingente volume di affari della società, con la contestazione all'amministratore unico, un ternano di di 76 anni, di Iva dovuta per 140 mila euro, Iva relativa per oltre 100mila euro, ricavi non contabilizzati pari a 83mila euro, omessa regolarizzazione di operazioni passive imponibili pari a mezzo milione di euro e utilizzo di un lavoratore in nero.
Oltre al rinvenimento dell'ingente quantitativo di preziosi, merce acquistata in nero, la società operava acquistando direttamente oggetti di oreficeria e gioielleria che poi rivendeva facendo ricorso, illegittimo secondo la guardia di finanza, alla normativa fiscale agevolata sui rottami d'oro, omettendo così il pagamento dell'Iva.
Questo è solo l'ultimo colpo messo a segno dalle fiamme gialle di Terni in seguito agli accertamenti effettuati in vari esercizi di Compro Oro in città.