«L'ho spinta per le scale
ma non volevo ucciderla»

«L'ho spinta per le scale ma non volevo ucciderla»
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Lunedì 30 Maggio 2016, 13:54
PERUGIA - Ha confermato di averla spinta per le scale ma ha escluso che avesse avuto intenzione di ucciderla. Renate Kette, la 53enne apolide di origine albanese, in stato di fermo per l'omicidio di Danielle Claudine Chatelain, ha risposto per due ore alle domande del pm Giuseppe Petrazzini e del gip Lidia Brutti che adesso si è riservato di decidere sulla convalida del fermo.

Secondo quanto riferito dall'avvocato Saschia Soli, che difende la Kette, la donna sarebbe apparsa molto provata e avrebbe pianto per tutto il tempo dell'interrogatorio. «Si conoscevano da 20 anni con la vittima e vivevano insieme dagli ultimi 4, ma ultimamente, nell'ultima settimana circa, la convivenza non era più gradita alla vittima». «Venerdì mattina - spiega ancora il legale - Renate e Danielle hanno avuto una lite per questa cosa e Renate l'ha spinta giù per le scale, ma non ha ricordi molto nitidi, perchè ha numerosi vuoti di memoria».

Secondo quanto emerge la procura le contesta l'omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dall'età della vittima, e non più la premeditazione, come invece accaduto in un primo momento. L'avvocato, nel descrivere il momento dell'omicidio, ha parlato di «black out» nella mente della sua assistita. Il legale ha chiesto l'affievolimento della misura cautelare qualora il gip dovesse convalidare il fermo.

Si svolgerà mercoledì l'autopsia sul corpo dell'anziana. La difesa di Kette ha nominato come consulente il dottor Antonio Galzerano. A svolgere l'esame autoptico sarà il dottor Sergio Scalise Pantuso, che ha già effettuato una prima, sommaria, ricognizione cadaverica sul corpo della donna, poco dopo la sua morte.
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