Omicidio Bellini: "Non fu premeditato
ma niente sconti di pena"
Per Andriy Halan in appello
confermati 30 anni di carcere

Sandro Bellini
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Mercoledì 18 Ottobre 2017, 18:11
TERNI - Cade la premeditazione ma ad Andriy Halan niente sconti di pena.
Per il muratore ucraino i giudici della corte d’assise d’appello di Perugia confermano la pena inflitta in primo grado: 30 anni di carcere con la pesante accusa di aver ucciso per gelosia Sandro Bellini, l’idraulico ternano scomparso il 18 maggio dell’anno scorso e ritrovato senza vita undici giorni dopo nelle acque del fiume Velino.

Il 23 febbraio la sentenza del gup Massimo Zanetti che, al termine del processo col rito abbreviato durante il quale  il pm, Tullio Cicoria, chiese l’ergastolo, condannò Halan a 30 anni di carcere per omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, danneggiamento e occultamento di cadavere. 
In aula la famiglia di Sandro era rappresentata dall’avvocato, Renato Chiaranti.  “Una sentenza giusta anche se purtroppo Sandro non tornerà più” dice Claudia, la sorella maggiore che l’ha cresciuto come un figlio.
Francesco Mattiangeli e Bruno Capaldini, legali di Halan, attendono le motivazioni della sentenza e poi proporranno ricorso per Cassazione.  “Siamo soddisfatti per l’esclusione dell’aggravante della premeditazione, che era difficile da scalfire” commenta Mattiangeli. “Riteniamo non sussistenti i futili motivi e crediamo che il nostro assistito sia meritevole delle attenuanti generiche sia per la sua incensuratezza che per il fatto che ha collaborato per far ritrovare il corpo”.
 
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