Ocriculum, legioni romane in campo:
Otricoli riporta alla luce
lo splendore della romanità

Ocriculum, legioni romane in campo: Otricoli riporta alla luce lo splendore della romanità
di Marcello Guerrieri
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Venerdì 25 Maggio 2018, 15:16
OTRICOLI La Sedicesima Flavia legione romana si incontrerà con la Sesta Ferrata di stanza a Rovigo: non è un annuncio fuori dal tempo ma solo uno degli eventi che accadranno ad Otricoli, al Parco Archeologico, in questo fine settimana, dal venerdì alla domenica. È la festa di Ocriculum, la città romana, grande e potente, che era un baluardo sia sulla Flaminia che sul Tevere. La festa è un po' ricostruita ma la presenza romana è davvero imponente: il parco è di sicuro il più grande giacimento archeologico forse d'Italia, con reperti, come il pavimento ottagonale, che sono ai Musei Vaticani. E lì, dove lo splendore della romanità è più forte, ecco la festa, ecco il piacere di riscoprirsi cittadini dell'età imperiale. Intanto, per entrare si dovrà cambiare i soldi: via gli euro, solo sesterzi o assi auree. Poi dopo l'ingresso, una serie di installazioni che richiamano al mondo romano, come gli accampamenti o i punti di ristoro, il thermapolis, per esempio: «Una sorta di tavola calda ante litteram spiega Federico Rubini, il responsabile della massmedialità pollo, porchetta, vino speziato, molto, molto apprezzato. Ma basta andare verso il Tevere, poco lontano, ed ecco la tendopoli della tavola fredda, con le alici, formaggi ed altro». E siccome i visitatori attesi sono tantissimi, solo l'anno scorso ben cinquemila, ecco che vi sono state tirate su altre due strutture, quella cacciagione e la mensa agricola, che offrirà pasti della tradizione dell'Umbria.
La festa è intrigante e contrasta un po' con quelle dell'Umbria che guardano solo al medioevo: lì invece le facce un po' truci dei legionari romani, quasi sempre con la barba lunga, contrastano con gli svolazzanti merletti delle dame dei castelli. Ma è anche questa la bellezza di Ocricolum Ad 168. Perché quella data? «E' l'anno del martirio di Vittore, il nostro patrono spiega Rubini un martirio che si è consumato in Siria, dove era di stanza la XVI Flavia. E ci è piaciuto pensare che proprio quei legionari abbiano riportato in patria, ad Otricoli, il corpo di Vittore, poi proclamato santo. E loro, le loro insegne, sono quelle della festa, della nostra festa». Saranno almeno cinquecento i paesani impegnati nelle giornate che vanno da venerdì a domenica, tra i rievocatori e quelli addetti alle mense, segno della compattezza della comunità. Una comunità che è stata lesa dalla recentissima morte dell'ex vicesindaco Teresa Lanari: «Ci abbiamo pensato a lungo se interrompere ma poi abbiamo deciso di andare avanti anche nel suo ricordo».
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