Narni, morto Andrea Fagiani, comandante della polveriera di Nera Montoro. L'ex comandante Pinna:«Era come un figlio».

Narni, morto Andrea Fagiani, comandante della polveriera di Nera Montoro. L'ex comandante Pinna:«Era come un figlio».
di Francesca Tomassini
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Giovedì 19 Maggio 2022, 18:51

AMELIA Passione, disponibilità, competenza. Queste le parole utilizzate da chiunque l'abbia conosciuto per descrivere Andrea Fagiani, il sottufficiale rimasto ucciso in un incidente avvenuto ieri dentro la polveriera di Nera Montoro. Comandante del deposito munizioni "Mario La Barbera", il maresciallo capo artificiere Fagiani era in servizio a Narni da circa due anni. «Per me era come un figlio -ricorda amareggiato l'ex comandante in pensione del DepoMuni Agostino Pinna - lui stesso mi chiamava papà. L'avevo conosciuto vent'anni fa per motivi di servizio, era uno dei ragazzi del 6° reggimento genio pionieri, fra quelli a cui noi più anziani abbiamo insegnato il mestiere. Un gran lavoratore». Quarantanove anni, originario di Tor Lupara ma residente a Fonte Nuova, Fagiani lascia moglie e due figli, di 14 e 22 anni. «Faceva il pendolare- ricorda ancora Pinna- qualche volta si fermava per due o tre giorni in caserma e poi rientrava. Stamattina (ieri ndr) quando mi hanno avvisato non potevo crederci». La notizia della sua morte ha scosso profondamente le comunità di Fonte Nuova e di Narni. «L'avevo conosciuto l'anno scorso attraverso un amico comune- racconta il consigliere comunale di Narni Alessandro Bussetti- una persona vulcanica, gentile, che svolgeva il proprio lavoro con grande dedizione. Qualche mese fa - ricorda - era stato proposto di conferire alla polveriera la cittadinanza onoraria ma poi con l'evolversi della situazione geopolitica mondiale il progetto si era fermato».

Una carriera costellata di missioni in zone di guerra fra cui Kosovo, Afghanistan, spedizioni umanitarie in Africa e una medaglia al merito civile conferita nel 2010 dal Ministero degli Interni per aver salvato nel 2007, insieme ad alcuni agenti di polizia fuori servizio, un'anziana coinvolta in un incidente stradale. Tantissimi i messaggi di cordoglio di chiunque negli anni sia entrato in contatto con lui. Un fiume in piena che ha inondato le pagine social dei tantissimi gruppi di colleghi che popolano il web. Aneddoti, ricordi, di commilitoni anche solo per il tempo di una missione ma poi diventati amici per la vita. «Un uomo solare - ha detto il presidente della Cri di Avigliano Umbro Matteo Sciarrini - ci siamo conosciuti perchè con la Cri di Avigliano facevamo servizio sanitario durante il brillamento degli ordigni. Non solo. Proprio domani avremmo dovuto vederci per parlare di un progetto che gli frullava in testa da un pò. Organizzare una mega esercitazione congiunta esercito-Cri nell'ambito del brillamento di materiale esplosivo». Un destino beffardo quello che ha travolto e ucciso Fagiani. «Non si può non pensare- chiude Pinna- a quanto sia stata crudele la sorte. Nonostante ci siano procedure di sicurezza sempre più avanzate, chi fa un mestiere come il nostro per definizione rischia la vita, sempre. Andrea è stato nelle zone più calde del mondo, ha corso grandissimi rischi, mai avrei potuto immaginare che sarebbe finita così».

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