IL PROCESSO
A colpire Emanuele, davanti a un pub di Norcia e senza che ci fosse alcuna lite in corso, è stato il suo coetaneo Cristian Salvatori, che dopo mesi di carcere ha ottenuto i domiciliari in una Casa famiglia del Riminese. Il giovane è accusato di omicidio preterintenzionale e il pubblico ministero titolare del fascicolo, Vincenzo Ferrigno, ha chiesto per lui il giudizio immediato. I difensori di Salvatori (il professor David Brunelli e l'avvocato Francesco Crisi) chiedono però una nuova perizia medico legale e a questa integrazione probatoria hanno condizionato la loro istanza per accedere al rito abbreviato, che in caso di condanna comporterebbe la riduzione di un terzo della pena. In aula, a Spoleto, si approderà il 21 febbraio, quando il giudice Margherita Amodeo dovrà decidere innanzitutto se accogliere la richiesta di perizia avanzata dalla difesa e finalizzata, di fatto, a superare le divergenze sul nesso causale tra il pugno sferrato da Salvatori e la morte di Tiberi, emerse dopo le consulenze tecniche di parte effettuate durante le indagini preliminari.
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