No alle prenotazioni per i piccoli musei. Dal Pozzo della Cava di Orvieto la richiesta al ministro Franceschini e al presidente Draghi

No alle prenotazioni per i piccoli musei. Dal Pozzo della Cava di Orvieto la richiesta al ministro Franceschini e al presidente Draghi
di Monica Riccio
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Martedì 4 Maggio 2021, 20:44 - Ultimo aggiornamento: 21:21

«Egregio signor Ministro, egregio Presidente, vorremmo invitare i Vostri uffici e il Governo tutto a rimuovere l’obbligo di prenotazione per i piccoli musei e i monumenti nei giorni di sabato, domenica e festivi.»

E' questo l'appello che Marco Sciarra, gestore e titolare del Pozzo della Cava di Orvieto ha inviato al presidente del consiglio Mario Draghi e al Ministro per la Cultura, Dario Frasceschini.

«Vorremmo esortarvi - scrive Sciarra - a non fare di tutta l’erba un fascio, a considerare che non esistono soltanto i mega-musei delle grandi città, tarati su migliaia di stranieri al giorno da arginare sala per sala: esiste una rete di piccoli musei e singoli monumenti che sono l’anima delle proprie comunità.

Luoghi meno conosciuti, e per questo anche più preziosi, che i turisti spesso scoprono soltanto una volta arrivati in loco. Sono piccole perle di cui il giorno prima, al momento della prenotazione, nemmeno sapevano l’esistenza.

Sono anch’essi luoghi della cultura, in cui non c’è bisogno di togliersi la mascherina perché non c’è niente da mangiare o da bere; in cui non c’è contaminazione perché è vietato toccare i reperti e si paga contactless o prenotando on-line anche la mattina per il pomeriggio; in cui non c’è rischio di assembramento perché gli ingressi vengono scaglionati secondo i turni e le prenotazioni, mandando via i visitatori in esubero se le strutture fossero affollate per i criteri dei protocolli, non dovendoli cacciare pur con tutte le stanze vuote solo perché non hanno prenotato il giorno prima.

Vorremmo invitarvi a costruire insieme una stagione nuova - continua Sciarra - nel nome della cultura e della sicurezza, dando la possibilità, a chi vuole e può (e ha lavorato e speso tanto per mettersi a norma), di riaprire secondo i protocolli nazionali e regionali ma senza l’obbligo della prenotazione retrodatata per i festivi e i prefestivi, così da consentire anche, in un periodo in cui non ci si può spostare troppo, di scoprire e riscoprire le bellezze che abbiamo a pochi passi da casa, magari sottraendoci agli assembramenti delle vie di struscio senza meta.»

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