Nell'anno del covid impennata di divorzi e separazioni brevi `
e molte sono coppie giovani

Nell'anno del covid impennata di divorzi e separazioni brevi ` e molte sono coppie giovani
di Monica Di Lecce
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Domenica 12 Dicembre 2021, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 13 Dicembre, 21:10

TERNI Era il 2016 quando a Terni venivano celebrate le prime unioni civili. A distanza di cinque anni alcune di quelle unioni sono arrivate al capolinea. Il 2021 registra infatti i primi scioglimenti di unioni civili e nello stesso tempo un aumento di divorzi e separazioni brevi. Nell'anno che sta per terminare sono 86 ad oggi le procedure chiuse davanti all'ufficiale di Stato civile del Comune. Un numero in aumento rispetto all'anno scorso, dove, tuttavia, nei tre mesi di lockdown è stato tutto fermo. I dati confermano che la pandemia non ha avuto strascichi solo sulla salute e sull'economia, ma anche nei rapporti familiari. Si è inasprita la conflittualità e tante coppie sono arrivate alla rottura. A dimostrazione che la convivenza forzata dettata dal lockdown è stata deleteria nei rapporti coniugali, sta il fatto che molte delle coppie che si sono separate quest'anno in Comune si erano sposate nel 2019 e nel 2020. Insomma si è trattato di matrimoni lampo, durati pochi mesi, di persone giovani che non hanno retto alla quotidianità del menage familiare. Del resto la possibilità di sciogliere il vincolo rapidamente e soprattutto spendendo un cifra abbordabilissima ha spinto anche diverse coppie adulte, magari separate da anni che non avevano la possibilità economica di farlo prima, a percorrere la via del divorzio breve. Non esiste un target ben preciso di persone che scelgono per separarsi l'ufficiale di stato civile piuttosto che il giudice. In Comune arrivano coppie che vanno dai 25 fino ai 70 anni d'età. Le 86 pratiche chiuse quest'anno negli uffici di Corso del Popolo, seppur consistenti, non sono indicative di un movimento che è molto più ampio. Ci sono infatti diversi divorzi e separazioni ancora in corso, così come ci sono diverse pratiche che avviate, non sono arrivate a conclusione perché i coniugi si sono riconciliati. Facendo una stima approssimativa, davanti all'ufficiale di Stato civile del Comune, negli ultimi 12 mesi, si sono tenuti oltre 200 appuntamenti. La possibilità di separarsi e divorziare per le vie brevi in municipio è stata introdotta nel 2014. Dopo il boom iniziale, ha subìto un rallentamento, salvo poi tornare in voga in questi ultimi mesi. L'appeal sta oltre che nella tempistica, più celere rispetto al tribunale, anche nell'abbattimento delle spese legali. Per dividersi in Comune seguendo questa strada non è necessaria, infatti, la presenza dell'avvocato e il costo si limita a un bonifico di 16 euro a coppia. L'equivalente di una marca da bollo.
Per accedervi, però, vi sono due condizioni: che la coppia non abbia figli minori e se maggiorenni siano autosufficienti, e che tra i due non ci siano clausole di natura patrimoniale. Separazioni brevi e scioglimento delle unioni civili prevedono due incontri a distanza di almeno 30 giorni le prime, di 3 mesi il secondo. Un modo per dare l'opportunità alla coppia di riprovarci. A Terni è capitato anche moglie e marito, ritrovatisi davanti agli uffici comunali per il secondo incontro prima della separazione, ci abbiamo ripensato e siano tornati insieme. Il divorzio breve invece si ottiene dopo 6 mesi dalla separazione consensuale o dopo un anno da quella giudiziale. L'ufficiale di Stato civile non entra nel merito delle vicende delle coppie, né dei loro accordi. Si limita a ratificare la volontà dei due di dividersi. E' capitato anche che qualche coppia si sia presentata in Comune con un accordo nel quale veniva stabilito un certo riconoscimento economico dell'uno in favore dell'altro. Anche in questo caso l'ufficiale di Stato civile si è limitato a ratificare questa intesa che, se all'atto pratico ha la forma degli alimenti, dal punto di vista giuridico non ha valore di titolo esecutivo come nel caso del mantenimento stabilito in sede giudiziale.
 

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