‘ Ndrangheta a Perugia, il pugno duro di Gratteri: chiesti 100 anni di carcere

Il magistrato Nicola Gratteri
di Michele Milletti
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Giovedì 8 Ottobre 2020, 13:00

PERUGIA - Cento anni di carcere e un’assoluzione. Durissimo il pugno della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, nei confronti dei perugini accusati di rappresentare la ramificazione delle cosche di ‘ ndrangheta crotonesi di San Leonardo di Cutro.
L’unico a cavarsela è Sauro Passeri, 46enne perugino difeso dall’avvocato Saschia Soli, per cui i pubblici ministeri Antonio De Bernardo e Domenico Guarascio hanno chiesto l’assoluzione.
Per il resto i magistrati ci sono andati giù pesanti, considerando anche il fatto che si parla delle richieste di condanna per i 59 imputati delle operazioni “Malapianta” e “Infectio” (questa ultima che ha riguardato i riflessi dei clan ndranghetisti a Perugia) che hanno scelto il rito abbreviato e che dunque per legge hanno diritto allo sconto di un terzo della pena.
Nel dettaglio, per quanto riguarda i perugini, sei anni di carcere e 30mila euro di multa chiesti per Giuseppe Affatato, difeso dall’avvocato Donatella Panzarola che difende anche gli albanesi Sherif Arapi e Ilirjan Cali, per cui la procura ha chiesto 14 anni di reclusione a testa.
Altri quattordici anni sono stati chiesti per Fabrizio Conti, difeso dagli avvocati Cosimo Caforio e Alessandro Ricci.
Per Florin Dumitru Gafitescu, romeno residente a Perugia e difeso dall’avvocato Gabriele Caforio, i magistrati hanno chiesto sei anni di reclusione e 30mila euro di multa.
Altra dura condanna, 14 anni, richiesta per Emiliano Regni, difeso dagli avvocati Francesco Falcinelli e Daniela Paccoi. La pena più alta è stata chiesta per Natale Ribecco, considerato dagli investigatori insieme ad Antonio (morto in carcere per coronavirus) il livello apicale della propaggine perugina del locale di San Leonardo di Cutro: 18 anni di reclusione. Infine, altri 14 anni chiesti per Francesco Valentini, residente a Cannara e difeso anche lui dall’avvocato Panzarola.
«Soddisfazione per le richieste di condanna» è stata espressa dal comune di Perugia, che si è costituito parte civile attraverso l’avvocato Massimo Brazzi e che ha richiesto tre milioni di euro di risarcimento. Ricostruita dai pm nel corso della requisitoria l’attività del gruppo che ha «inquinato il tessuto economico perché inciso con riciclaggio, truffe ed estorsioni». Il 21 ottobre si torna in aula: parola alle difese.

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