Terni, nascite in calo e covid: asili nido verso l'addio
Le insegnanti: «I figli della pandemia imparano a parlare più tardi»

Terni, nascite in calo e covid: asili nido verso l'addio Le insegnanti: «I figli della pandemia imparano a parlare più tardi»
di Monica di Lecce
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 07:59

Una bella mazzata la sta dando il calo demografico ma il colpo di grazia ad alcune strutture è stato inferto dalla pandemia. In una città che invecchia troppo velocemente dove, nel 2022 sono appena 572 i nuovi nati, con un calo dell'11% rispetto all'anno prima, a fronte di un aumento dei decessi, diventa difficile per le scuole materne programmare il futuro. Alcune, private, nei mesi scorsi hanno chiuso i battenti, altre sono impegnate in una prova difficile di resilienza. In questo panorama si inserisce la scuola materna Santa Maria della Misericordia, dell'omonima parrocchia di Borgo Bovio, che fino a un paio di anni fa era costretta a gestire lunghe liste d'attesa e oggi, che ha accresciuto anche l'offerta, conta un numero di bambini inferiore alle sue potenzialità.
«Ritrovare oggi tra le carte della parrocchia firmate don Luciano (il precedente parroco ndr.) i documenti in cui si parla di liste d'attesa per l'asilo commenta don Leopoldo Sandor, attuale parroco fa un certo effetto. Solo due anni fa non riuscivamo a soddisfare le richieste. Poi c'è stato il Covid e con la pandemia, non solo sono cambiate le "regole" per la gestione della scuola materna, ma anche le abitudini e l'organizzazione delle famiglie». Tra restrizioni e smart working, si è ridotta sensibilmente la domanda dei servizi per l'infanzia. E così, anche in un quartiere popoloso come Borgo Bovio, dove la scuola materna Santa Maria della Misericordia rappresentava un punto di riferimento per le famiglie con i figli piccoli, è diminuita la richiesta.
«Ci siamo resi conto-  spiega Devaki Masci -, una delle insegnanti che i bambini che hanno vissuto i loro primi anni d'età in casa, che hanno avuto le loro prime interazioni con persone con la mascherina, hanno uno sviluppo diverso rispetto allo standard della loro età e a quei bambini che, invece, hanno vissuto i primi anni di vita in socialità con altri coetanei». Don Leopoldo, non nasconde un velo di tristezza quando li chiama "i figli della pandemia". Per loro e per gli altri piccoli la scuola materna, che nel 2026 festeggerà i 60 anni di vita, sta già lavorando per ampliare la propria offerta di servizi. La prima novità è rappresentata dalla cosiddetta "sezione ponte" che consente alla struttura di accogliere i bambini dai 24 ai 36 mesi. «E' stata una grande conquista per noi ricorda don Leopoldo che abbiamo ottenuto l'autorizzazione dopo 8 anni dalla richiesta». Oltre a questa, al momento, funzionano anche altre due sezioni ordinarie. «In questa scuola adottiamo il metodo Venturelli aggiunge Devaki Masci che ha un approccio tutto suo alla didattica». La presenza della mensa interna, l'organizzazione degli spazi incluso l'ampio cortile esterno, il personale preparato e affiatato contribuiscono a dare l'idea di un ambiente quasi a gestione familiare
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