Narni e Amelia, M5S: «Basta far pagare all'Umbria del Sud l'emergenza sanitaria»

Narni e Amelia, M5S: «Basta far pagare all'Umbria del Sud l'emergenza sanitaria»
di Lorenzo Pulcioni
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Sabato 7 Novembre 2020, 13:35 - Ultimo aggiornamento: 13:51

«Non è chiudendo ospedali e spostando il personale che si combatte il Covid. E non sta scritto da nessuna parte che tocca sempre all'Umbria meridionale pagare il tributo per colpa dell'incapacità di qualcuno di gestire l'emergenza sanitaria». Lo dichiarano in una nota il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, e i consiglieri comunali Luca Tramini (Narni), Gianfranco Chieruzzi e Romano Banella (Amelia). «Siamo d'accordo - aggiungono - che in un piano straordinario di contenimento tutte le strutture sanitarie dovrebbero essere a disposizione. Ma la realtà è ben diversa. Dopo l'improvvisa riconversione dell'ospedale di Spoleto in ospedale Covid, con una semplice mail il commissario dalla Usl Umbria 2 Massimo De Fino ha comunicato la chiusura temporanea degli ospedali di Narni e Amelia ed il trasferimento a Spoleto degli anestesisti e del personale di sala operatoria. Una scelta a dir poco demenziale perchè produce un grave depotenziamento su Narni e Amelia e un sovraccarico sull'ospedale di Terni che da solo non sarà mai in grado di reggere questa seconda ondata. Soprattutto, ad oggi, non c'è alcuna garanzia da parte della giunta regionale sul fatto che torneranno i servizi al termine dell'emergenza. Aspettiamo che la giunta si pronunci esplicitamente su questo e che fornisca nella massima trasparenza e condivisione i dati e le previsioni in loro possesso. Forse chi governa la Regione non sa che oltre al Covid ci si continua ad ammalare anche di altro. Servirebbero strutture libere e pulite, invece nel mezzo della pandemia del secolo la Lega chiude non uno, ma ben due ospedali. Proprio nel giorno in cui il livello di saturazione dei posti letto Covid nei nostri ospedali raggiunge il 65%, la Regione rinuncia a 129 posti letto. E spende oltre 3 milioni di euro per un ospedale da campo che di posti in terapia intensiva ne avrà 12 e che non si sa quando sarà pronto, ma sicuramente non sarà pronto per novembre. Dopo sette mesi di attesa forse non ne basteranno altri tre. Tanto, secondo quanto dichiarato dalla società appaltatrice, servirebbe per l'ammodernamento delle tende che risalgono al terremoto di L'Aquila e che ormai sono vecchie e inutilizzabili e per l'allestimento delle terapie intensive. Non sarebbe stato meglio spendere questi 3 milioni per l'adeguamento di Monteluce a Perugia oppure per l'ex Milizia a Terni? Adesso avremmo decine, se non centinaia, di posti letto in strutture vere e non nelle tendopoli» concludono De Luca, Tramini, Chieruzzi e Banella.

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