Assisteva anziana, badante muore di coronavirus: prima vittima di Giove, zona rossa

Assisteva anziana, badante muore di coronavirus: prima vittima di Giove, zona rossa
di Francesca Tomassini e Vanna Ugolini
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Giovedì 16 Aprile 2020, 08:31

GIOVE L'aveva presa col cuore Titina, con la voglia di fare del bene alle famiglie che avevano bisogno di un aiuto. Il ricordo della comunità che porge l'estremo saluto a Costantina Gurgu, 64 anni prima vittima del Coronavirus a Giove, è un coro di grazie verso una persona che ha sempre lavorato, che si è sempre spesa per gli altri con un sorriso. Costantina era arrivata in Italia dalla Romania circa quindici anni fa e aveva trovato lavoro come badante. Prima a Nera Montoro, poi a Penna. E' brava Costantina, ci sa fare, tanto che il passaparola la precede, in molti iniziano ad offrirle lavoro e lei sceglie di andare a Giove. «E' stata con noi dieci anni - racconta commossa Anna Rita - per assistere mia suocera. Ma la verità è che si è occupata di tutta la famiglia. Abbiamo condiviso pranzi, feste, ricorrenze». Negli anni Titina era diventata un punto di riferimento per tutta la comunità. Non solo per le famiglie con cui collaborava direttamente. In tanti le chiedevano un consiglio, una persona di sua fiducia da chiamare per un lavoro. Poi la vita fa il suo corso e il lavoro a casa di Annarita finisce. Ma Titina è già prenotata e si trasferisce, sempre a Giove, a casa della suocera di Carla. La prima volta era venuta a settembre scorso - racconta la stessa Carla - poi però aveva dovuto fare ritorno in Romania per assistere la madre malata (deceduta a fine dicembre ndr). A gennaio Costantina ritorna e riprende il lavoro. «Ci siamo trovati benissimo con lei, era decisa ma anche dolce. Aveva degli occhi che ti trasmettevano serenità -continua Carla -poi il primo aprile ha iniziato a stare male ed è arrivata la notizia del contagio». Purtroppo, inconsapevolmente la donna aveva già contagiato l'anziana signora che assisteva (ricoverata anche lei ndr), la quale a sua volta contagia il figlio (tutt'ora in isolamento contumaciale presso il suo domicilio ndr). Costantina viene ricoverata, l'infezione è pesante, tanto da richiedere l'intubazione. Ma la tempra è forte e dopo una decina di giorni Titina migliora tanto da venire estubata.
«Il lunedì di pasquetta abbiamo fatto una videochiamata -ricorda Annarita- è stato un regalo inaspettato. Lei stava bene, tanto che l'infermiera mi aveva detto che il giorno successivo le avrebbero restituito le sue cose, il cellulare, così avremmo potuto sentirci autonomamente». Poi invece, il tracollo. Nella notte fra lunedì e martedì la donna ha un'emorragia cerebrale che non le lascia scampo. «Probabilmente -racconta Annarita- provocata dalla terapia respiratoria di cui aveva avuto bisogno per combattere il virus. Un colpo per una comunità già fortemente provata dagli eventi. Le famiglie con cui aveva vissuto si sono prodigate per le esequie. Purtroppo - chiude Carla- non è stato possibile cremarla, come avrebbe voluto anche la figlia (attualmente in Romania ndr), tantomeno riportarla al suo paese come avrebbe voluto lei. Oggi (ieri ndr) è stata interrata qui a Giove».

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