Motogp, Leonardo Simoncini, l'ingegnere ternano della Ducati: «A scuola ero vivace, mi dicevano "finirai in galera"»

Motogp, Leonardo Simoncini, l'ingegnere ternano della Ducati: «A scuola ero vivace, mi dicevano "finirai in galera"»
di Lorenzo Pulcioni
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Martedì 8 Novembre 2022, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 09:59

«Alle superiori diciamo che ci siamo espressi per bene». Vivace sì, ma soprattutto di talento la classe del Galilei che negli anni Novanta vedeva insieme l'attore e autore Francesco Lancia e Leonardo Simoncini. «Un bel gruppo che faceva baccano - ricorda Leonardo - dalla prof di filosofia che mi disse 'prima o poi finirai in galera' alle risate durante le ore di ginnastica, ma pure gli scherzi durante italiano e latino».

Per gli appassionati di Motogp il nome non è nuovo. Leonardo Simoncini, classe 1981, ovviamente come l'ex compagno di scuola che oggi lavora a Radio Deejay, è il coordinatore tecnico pista della Ducati. Da Valencia il rientro del team di Borgo Panigale è previsto solo oggi. Dopo gli ultimi test e, soprattutto, dopo aver smaltito la sbornia della festa per il titolo mondiale piloti vinto da Francesco 'Pecco' Bagnaia. Un trionfo che in casa Ducati aspettavano dal 2007. «Oggi girano un po' di zombie nel box, del resto non si vinceva il titolo piloti da Stoner 15 anni fa».

A Bologna, dove si è trasferito con la moglie Valentina nel 2006 quando ha iniziato a lavorare per la casa di Borgo Panigale, c'erano 3 mila persone impazzite di gioia davanti ai maxischermi. Leonardo lì è ormai di casa: «Appena laureato nel 2006 ho mandato il curriculum via internet, ho iniziato la selezione e sono entrato nella progettazione veicolo delle moto di serie, reparto ricerca e sviluppo. Sono rimasto fino al 2011 quando sono passato al reparto corse». Sono gli anni di Valentino Rossi in Ducati, un matrimonio tanto atteso quanto sfortunato: «Lì sono salito sul Titanic. Due anni complicati, più che le risate ricordo le nottate. C'erano tante aspettative, moto italiana e pilota italiano, non uno qualunque peraltro. Dovevamo vincere e non è andata bene, ma è stato un bello scossone». Simoncini resta in progettazione veicolo al reparto corse fino al 2016 quando diventa project manager Motogp. Si occupa di coordinare i vari comparti: areodinamica, elettronica, motore, sviluppo.

Poi nel 2019 si libera un posto di coordinatore tecnico di pista e lui coglie al volo l'occasione: «Mi hanno chiesto se volevo viaggiare. E' bello ma impegnativo. Ne ho parlato con mia moglie e ho accettato». Di cosa si occupa un coordinatore tecnico? «Di seguire le attività in pista, supervisionare i 4 team compresi i satellite, tutti gli aspetti della moto comprese le novità di areodinamica e di veicolo, se c'è un pezzo nuovo da provare o informazioni da trasmettere». Insomma da quella classe di pazzi scatenati al Galilei, qualche 'bella capoccia' per dirla in ternano è uscita. Il problema è che poi da Terni queste teste se ne sono andate: «Mi ha mosso la passione, da ragazzino andavo in garage con gli amici per smanettare sui motorini. Purtroppo a Terni, almeno nel mio settore, le possibilità non ci sono. Qui invece i contatti tra le Università di Modena, Bologna, Reggio e Milano con le aziende del territorio sono continui. In Umbria questo non succede. La ricerca, il contatto, conoscere nuove persone è fondamentale. Siamo nell'epoca dei social e della globalizzazione: se non conosci, non crei contatti e non avrai mai possibilità».

Tra i primi a congratularsi con Simoncini il presidente della Federazione italiana triathlon, Riccardo Giubilei: «Una passione che mi ha forgiato fisicamente e mentalmente - dice Leonardo, che nel 2013 vinse il massacrante e prestigioso Elbaman73 - lo sport a livello agonistico aiuta a darti obiettivi, lo fatica ti abitua a stringere i denti e poi ritrovi tutto questo anche nel lavoro».

Una classe vivace e di talento. Fossero sempre tutte così.

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