«In occasione di una iniezione di cocaina effettuata per via endovenosa sublinguale Vincenzo Bosco ha utilizzato una siringa da insulina, il cui ago si è accidentalmente distaccato dal corpo della siringa e, successivamente, durante un atto inspiratorio profondo è stato inalato nelle vie aeree andando a localizzarsi a livello del bronco, dove poi è stato rinvenuto. A nostro parere non esiste una differente ipotesi alternativa che possa giustificare in modo plausibile il rinvenimento dell’ago in quella sede. L’ago da insulina è estremamente leggero e di modestissime dimensioni, è verosimile che possa essere stato inalato durante un atto inspiratorio profondo (esempio sbadiglio) e migrato nelle vie aeree fino a localizzarsi nel bronco sinistro». Così scrivono i consulenti della Procura di Perugia, il medico legale Massimo Lancia e lo specialista in anestesia e rianimazione Andrea Arcangeli, nella relazione sulla morte di ‘Bonzetto’, 39 anni, deceduto a fine aprile all’ospedale di Perugia, dove si sarebbe dovuto sottoporre a un intervento chirurgico che non si è mai fatto in quanto al paziente è stato trovato un ago metallico da insulina lungo un paio di centimetri nei bronchi.
«Le cause del decesso sono da ricondursi a una grave insufficienza respiratoria acuta secondaria ad una polmonite, favorita dalla presenza di un corpo estraneo (ago da insulina) localizzato nel bronco sinistro in un paziente affetto da molteplici patologie tra cui epatite cronica da Hcv, asma bronchiale, epilessia, obesità. È verosimile - proseguono i medici - che la polmonite sia stata favorita anche dalla recente infezione virale da Sars-Cov-2» ma, in ogni modo, «Bosco era affetto da patologie pregresse che avrebbero sconsigliato l’esecuzione dell’intervento chirurgico previsto». In seguito alla morte di ‘Bonzetto’ il pm ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di due otorinolaringoiatri, due anestesisti e due infermieri. Secondo Lancia e Arcangeli «l’operato dei medici anestesisti rianimatori dell’Azienda ospedaliera di Perugia che ebbero modo di prestare la loro assistenza a Vincenzo Bosco fu pienamente rispettoso delle linee guida e delle buone pratiche mediche.