Morto dissanguato dopo l'incidente al Trasimeno, esplode la rabbia: «Da anni chiediamo un presidio sanitario al lago»

L'elisoccorso al lago Trasimeno
di Egle Priolo
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Lunedì 19 Luglio 2021, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 20 Luglio, 08:34

PERUGIA - «Cioè fatemi capire: anche in una semplice sagra è obbligatoria la presenza di un'ambulanza fissa, adibita al primo soccorso e ne è sprovvista l'isola polvese in piena estate?».

A una settimana dal drammatico decesso di Petru Bogasiu, il 19enne di Bevagna morto dissanguato dopo un incidente nei bagni della Polvese, non si spengono le polemiche per i tempi dei soccorsi. L'elicottero proveniente da Ancona e i sanitari approdati sull'isola in motoscafo, secondo le testimonianze di chi ha chiesto aiuto, sono infatti arrivati 50 minuti dopo la prima telefonata. «Erano le 17 – ha raccontato chi si è trovato con un gruppo di amici ad assistere alla tragedia - quando, preso atto della drammaticità della situazione, abbiamo chiamato il 118. C’è un ragazzo riverso in una pozza di sangue, abbiamo detto all’operatore che ha risposto al telefono. Ci ha assicurato che in otto minuti sarebbe arrivato il motoscafo ed entro quindici l’elicottero. Alle 17.30 però non era ancora arrivato nessuno. A quel punto abbiamo effettuato una nuova richiesta di soccorso al 118 e soltanto alle 17.50 sono arrivati, insieme, elicottero e motoscafo».
Una tempistica su cui - insieme alla dinamica dell'incidente per cui Petru è stato ferito da un lavandino che ha ceduto e lo ha ferito ad una gamba, recidendo in parte l’arteria femorale - è stata aperta un'inchiesta, anche se nel frattempo la sama del giovane è stata restituita alla famiglia senza la necessità di sottoporla ad autopsia. «Nessun presidio di primo soccorso fisso nell’isola, in un giorno di punta, una domenica di luglio. È chiaro come qualcosa non abbia funzionato nella catena dei soccorsi, non per il personale sanitario che, purtroppo, non è stato messo nelle condizioni migliore e nei tempi giusti per operare un rapido soccorso. Sarà necessario fare la massima chiarezza su quanto successo. Lo dobbiamo a questo ragazzo, alla sua famiglia e ai suoi amici, in cerca di risposte per una tragedia assurda che non può e non deve ripetersi. A partire dalla garanzia di personale, strutture e strumenti che rispettino le linee guida su tempi e modi per i soccorsi urgenti».

Così ha scritto ieri su Facebook il segretario regionale del Pd Tommaso Bori condividendo il titolo del Messaggero che una settimana fa ha riportato la notizia, ricordando l'apprensione di residenti e appassionati del lago per un qualsiasi malore dovesse verificarsi nell'area, soprattutto in periodo estivo.

Un post che ha appunto rinfocolato le polemiche e il dolore per quella morte, che magari vista la sua gravità sarebbe stata comunque inevitabile, ma per una vita che meritava ogni sforzo possibile per essere salvata. «Adesso è troppo facile piangere – è uno dei commenti -. Sono anni che chiedo un presidio medico o un'ambulanza attiva 24 ore durante l'estate nella parte est del Trasimeno. E le scuse sono sempre quelle: costa troppo, ci pensa Perugia,non ci sono abbastanza turisti. Una vergogna». «I soldi spesi per servizi di primo soccorso in luoghi turistici vengono ritenuti "buttati" perché gli episodi fortunatamente sono sporadici – è la rabbia di un altro utente -. Allora il personale sanitario di presidio viene considerato solo un costo, soldi buttati e quando poi capita un un infortunio grave si trasforma in tragedia. Ma a chi "gestisce" queste spese, di quanto accade poco importa». E mentre da tempo la Provincia di Perugia lavora per un presidio quanto meno infermieristico, c'è chi va avanti e sottolinea appunto come «non c'è bisogno che ci sia fisso a Isola: con un motoscafo ci si arriva in 5 minuti da San Feliciano. Il problema è per tutto il lago, non c'è un presidio che possa intervenire neanche sulla costa rapidamente in caso di emergenza. Una ambulanza non riuscirebbe a raggiungere in meno tempo neanche isola Maggiore o i punti della costa sul percorso verde, raggiungibili invece dall'acqua in pochi minuti». Quei minuti che non ha avuto Petru. «Io ero lì, in mezzo al lago, in barca – è il commento più doloroso -. Eravamo tanti. Non è più possibile tollerare la mancanza di presidi di primo soccorso sul versante est del lago Trasimeno. Quel ragazzo meritava puntualità».

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