Morte di Gianluca e Flavio indagini su versione del pusher

Morte di Gianluca e Flavio indagini su versione del pusher
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 17 Luglio 2020, 09:26
Terni Gli investigatori sono al lavoro per ricostruire le ultime ore di vita di Flavio Presuttari e Gianluca Alonzi. Lo fanno ascoltando altri amici dei due adolescenti, scivolati dal sonno alla morte dopo aver assunto sostanze stupefacenti. In attesa che arrivino i risultati degli esami tossicologici disposti dal pm, Raffaele Pesiri, i soli che potranno svelare l'esatta composizione delle sostanze killer, si cerca ogni elemento che possa confermare la versione fornita da Aldo Maria Romboli. Quarant'anni, ternano, da una vita nel tunnel della tossicodipendenza, al giudice ha confermato di aver ceduto ai due amici il metadone che aveva a disposizione in quanto paziente del Sert. Convalidando l'arresto, il gip, Barbara Di Giovannantonio, in attesa dell'esito degli esami autoptici e tossicologici, individua le possibili cause dei decessi. Per il giudice l'effetto letale del metadone su Flavio e Gianluca è conseguenza dell'alta concentrazione della sostanza. Il metadone, spesso utilizzato dai tossicodipendenti, può avere una potenzialità letale se assunto da soggetti privi di tolleranza agli oppioidi. Flavio e Gianluca erano ragazzi di appena 16 e 15 anni e non tossicodipendenti, per cui anche l'assunzione di una bassa concentrazione di metadone diventava per loro potenzialmente letale. Per escludere con certezza la presenza di altre sostanze la procura ternana ha ordinato esami mirati. Iniziano ad arrivare i primi risultati ma sono parziali, ed è necessario attendere quelli concreti e significativi che arriveranno una volta concluse le analisi dei tanti campioni quantitativi e qualitativi al vaglio del laboratorio di tossicologia dell'istituto di medicina legale di Perugia. Al momento nessun incarico peritale sugli smartphone e sui pc dei due giovanissimi amici. Approfondimenti che potrebbero essere disposti sulla base dell'esito degli esami tossicologici. Sotto la lente d'ingrandimento della procura è finito anche il percorso terapeutico che ha consentito ad Aldo Maria di avere la disponibilità del metadone per curarsi che, detenuto legalmente in quanto utente del Serd, ha detto di aver ceduto due volte a Flavio e Gianluca. Le prime verifiche mirate a ricostruire il suo percorso terapeutico per uscire dal tunnel della droga, gli investigatori dell'arma le hanno già avviate. Il 40enne ternano, in cella con l'accusa di morte come conseguenza dello spaccio e di spaccio per la cessione di metadone a Flavio e Gianluca dei primi di giugno, è ancora nella sezione accoglienza del penitenziario di Sabbione in attesa di essere trasferito in sezione. Domani mattina sarà a colloquio con il suo legale, l'avvocato Massimo Carignani.
Nicoletta Gigli
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