Un pezzo montato da AstroLuca sulla stazione orbitante è stato realizzato a Terni

Il laboratorio del Serms di Terni
di Marcello Guerrieri
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Sabato 16 Novembre 2019, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 18:19
Gli ingegneri, giovani e giovanissimi, si sono piazzati davanti al megaschermo televisivo: dallo spazio arrivavano, l’altro giorno, le immagini di Luca Parmitano, il comandante della stazione orbitante internazionale, che faceva il “meccanico”, cambiando dei pezzi usurati, andando a spasso a 28.000 chilometri all’ora: uno di qui pezzi, il più importante, era stato per molto tempo a Terni nei laboratori di Pentima della Serms, per essere “trattato” in previsione dell’invio nello spazio. “Ecco, vede, quello è proprio il componente che ha visto la vita a Terni, in quello ci ho messo proprio le mani” spiegava Antonio Alvinio, uno dei ricercatori, eccitati il giusto, con gli occhi fissi allo schermo. “Accidenti, guarda che cacciavite speciale sono riusciti a costruire” osservava man mano che le immagini fluivano a Terni e raccontavano una storia di successo. Ma l’orgoglio, il petto in fuori dei tecnici italiani, era palpabile: avevano lavorato duramente insieme ai colleghi della Nasa, del Massachusetts Institute of Technology, insomma il prestigioso Mit, e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, per permettere a Parmitano l’installazione senza problemi dei nuovi componenti: nei laboratori ternani avevano visto la vita procedure e materiali, che saranno per sempre impiegati nello spazio.

 
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