Covid-19, terapie monoclonali
al Santa Maria
in quattro sono già guariti

Covid-19, terapie monoclonali al Santa Maria in quattro sono già guariti
di Umberto Giangiuli
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 11:24

TERNI Finora sono dieci le persone trattate all’ospedale di Terni con la terapia monoclonale, quattro delle quali con gravi problemi di salute e più patologie. Sono ricoverati una donna con problemi cardiaci gravi a distanza di tempo dall’intervento chirurgico, un uomo sottoposto a dialisi da cinque anni, un diabetico e un obeso con l’insorgenza di diverse malattie metaboliche. Ebbene, quattro di questi pazienti dopo l’inoculazione del farmaco sono tornati a casa e vengono seguiti dai medici Usca (Unità speciali attività assistenziali) e dal medico di famiglia. «Abbiamo rilevato un netto miglioramento delle condizioni di salute- spiegano dall’ufficio Usl dell’Usca- prima del monoclonale alcuni pazienti accusavano tosse persistente, febbre ed anche lieve difficoltà nella respirazione. Dopo l’infusione i sintomi si sono attenuati notevolmente. Il tampone in molti di loro è ancora positivo ma la carica virale e molto bassa». Quindi sono guariti? «Ancora no, ma sono sulla giusta strada – sostengono all’Uls- questa terapia che, ricordiamo, è ancora sperimentale viene somministrata in casi particolari, a pazienti che vengono selezionati e che hanno molta probabilità di finire in un letto di ospedale. Con la terapia monoclonale evitiamo di andare ad intasare l’ospedale già al limite dei ricoveri per covid». Al Santa Maria chi somministra ai pazienti la terapia monoclonale sono Marco Giuliani e Fabrizio Rocco entrambi del reparto di Medicina interna. La terapia va somministrata entro dieci giorni dalla comparsa dei sintomi causati dal virus e la sua massima efficacia si riscontra già dopo 72 ore dal trattamento. «L’uso degli anticorpi monoclonali- spiega il responsabile Usl del distretto di Terni Stefano Federici- è autorizzato in soggetti positivi per Sarc-covid non ospedalizzati, non in ossigenoterapia e con sintomi di grado lieve- moderato e presenza di almeno un fattore di rischio». Ma come avviene la selezione dei pazienti che vengono sottoposti alla cura degli anticorpi? «La selezione è affidata ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, ai medici delle Usca - chiarisce - che dovranno indirizzare il malato rapidamente nella struttura presso la quale effettuare il trattamento». La terapia degli anticorpi, è bene ricordarlo, non risulta efficace quando la persona ha già sviluppato i sintomi più gravi». Come avviene la somministrazione? «Per via endovenosa- spiega Federici - in un tempo che può variare da 16 ai 60 minuti». Il paziente verrà preso in carico dal medico referente della medicina interna e da un infermiere. All’ospedale il farmaco “salvavita” arriva già confezionato e pronto per l’uso. Anche a Terni, quindi, è partita la somministrazione della terapia monoclonale e la Regione ha già autorizzato un’altra sperimentazione, quella della colchicina, prodotto estratto da una pianta naturale.

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