Mondo dello spettacolo in ginocchio. Foresi: «A Orvieto aprire il Mancinelli per spettacoli sul web»

Mondo dello spettacolo in ginocchio. Foresi: «A Orvieto aprire il Mancinelli per spettacoli sul web»
di Monica Riccio
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Giovedì 1 Aprile 2021, 15:58 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 08:20

Arte, Cultura, Turismo. La pandemia da Covid-19 ha chiuso teatri, cinema, monumenti, musei, e le città il cui core business puntava tutto su questo, e sull'indotto generato, sono in ginocchio, così come i professionisti dello spettacolo, verso i quali è mancata quasi del tutto attenzione del governo italiano.

In una Orvieto che soffre, come tutte le città d'arte e di turismo, la cultura ha il tracciato ormai quasi piatto. Tra le poche voci che cercano speranza e resistono, seppur con difficoltà, nella speranza di un riavvio di ogni attività c'è quella dell'attore orvietano Gianluca Foresi, 54 anni, che alla attività di spettacolo affianca anche quella di formatore con propri laboratori teatrali. «Non è mai bello autocommiserarsi specie quando nel mondo c’è in atto una delle più gravi crisi sanitarie ed economiche mai vissute – afferma – è però un dato di fatto che dal punto di vista governativo il mondo della cultura, dello spettacolo dal vivo siano state quasi totalmente lasciate indietro, pochissima attenzione, oltre che risorse, si sono rivolte a tutte le attività inerenti questo ambito.

Ma quello che più colpisce – continua - è che questa tendenza non si inverte poiché al momento non si vede una prospettiva di riapertura o almeno di interesse reale al di là dei facili proclami.»

Ma qual è la attuale situazione dei professionisti, cosa si sta facendo, e quali le possibili aperture?

«La situazione attuale – spiega Foresi - è di completo blocco delle attività, come del resto lo è stato per la scorsa stagione. Il punto è che sarà così anche per la stagione a venire. Come categoria ho visto grandi movimenti all’inizio, dettati dalla paura e dalla rabbia, poi però lo sforzo unitario si è andato sempre più affievolendo e ognuno ha portato avanti le proprie istanze. Non si è mai sentita una voce forte che si levasse a considerare il mondo dello spettacolo come unico, ma ci si è frammentati in base ai propri interessi. Le poche voci fuori dal coro, penso a Mani Ovadia e Gabriele Lavia, sono subito zittite.»

Quali potrebbero essere le possibili alternative al "chiuso per pandemia”?

«Più che indicare quelle alternative propongo di individuare quelle che non lo saranno: non lo sarà una Netflix della cultura, perché sappiamo che a lavorare alla fine saranno sempre i soliti. Non sarà l’uso dei social, perché il medio o il piccolo saranno comunque fagocitati da chi ha soldi da investire. Però è anche vero che i nuovi media possono essere un tentativo di rimanere visibili, oltre che un aiuto a non essere demoliti dall’inattività e dall’attesa. Ma da qui a diventare il nuovo palcoscenico e soprattutto il nuovo mezzo di sostegno economico, ce ne passa.»

E gli aiuti?

«Preferirei sorvolare sul quantum, che già è stato erogato. Vorrei invece puntare l’attenzione su quello che successivamente lo Stato dovrebbe fare: sono consapevole che non ci sono soldi sufficienti per sostenere tutti, ma almeno ci dovrebbero essere le condizioni per far tornare il più presto possibile tutti a lavorare.»

A Orvieto in particolare cosa si potrebbe fare in questo periodo di grande incertezza?

«A Orvieto, con mio grande rammarico, non mi è sembrato di vedere un’amministrazione aperta a un confronto con questo settore, come invece ha fatto per altri. Sono conscio che non era nelle loro possibilità intervenire, ma almeno un tentativo e un sostegno avrebbe dovuto metterlo in atto. Anche solo a parole. Ad esempio, per venire a quello che si sarebbe dovuto fare o che si potrà fare, era la messa in atto di spettacoli in streaming all’interno del Teatro Mancinelli, della Sala del Carmine, nei luoghi della cultura.»

Tornando alla tua attività in che misura il 2020 e ora il 2021 stanno pesando sul tuo bilancio?

«Il bilancio è praticamente a zero e così sarà molto probabilmente per il 2021 – spiega l'attore orvietano - ma per quanto mi riguarda fortunatamente posso ancora guardare al presente e al futuro immediato con una certa tranquillità. Il mio pensiero va invece a chi sta vivendo mesi drammatici, perché si è ritrovato in una situazione di indigenza, da un giorno all’altro, a chi è stato costretto a pensare di fare altro, a chi addirittura si è tolto la vita.»

Prospettive?

«La mia unica prospettiva, che coincide con la mia vita, è quella di tornare in un teatro, in una piazza e fare quello per cui credo di essere portato, far star bene le persone come sto bene io quando sono lì.»
 

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