Michele, una vita da comparsa:
«In 58 anni ho recitato con grandi
registi e attori: l'incontro ed il dramma
condiviso con Terence Hill»

Michele Rito Liposi con Gigi Proietti
di Antonio De Angelis
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Domenica 30 Maggio 2021, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 10:13

TERNI «Adesso ho appena finito di partecipare a cinque film – dice – che sono stati fermi per il Covid ma presto usciranno sul mercato. Si tratta di “Benedetta” di Paul Verhoeven, il regista di Basic Istinct” che è stato girato a Bevagna, poi ci sono “Come un gatto in tangenziale 2” con Albanese e la Cortellesi, “Esterno notte” di Marco Bellocchio che ho finito pochi giorni fa a Roma dove recito la parte di un deputato della Democrazia Cristiana e che parla del caso Moro, ed infine “L’ora” una fiction sulla mafia dove ho lavorato insieme a Claudio Santamaria” oltre a “Corro da te” con Pierfrancesco Favino e Miriam Leone». A parlare è Michele Rito Liposi, calabrese di origine e ternano di adozione, ex operaio della Terninoss, laureato in Lettere e giornalista professionistra, che ha al suo attivo oltre 100 film girati dal 1963 ad oggi in cui ha partecipato come comparsa, a volte per una semplice posa, altre per ruoli più articolati, le cosiddette figurazioni speciali, che hanno previsto anche la recitazione di alcune brevi battute. Rito Liposi in 58 anni di cinema è stato un personaggio dai mille volti, di volta in volta, è stato per il cinema e la tv deputato, mafioso, cardinale, vescovo, ma anche medico, avvocato, procuratore, professore, netturbino e meccanico. Ma soprattutto ha conosciuto e lavorato insieme ai grandi divi. 
«Tra film e fiction per la tv” spiega Rito Liposi - ho tra i miei lavori più importanti “Pinocchio” e “La tigre e la neve” di e con Roberto Benigni, ma anche “Buona giornata” di Carlo Vanzina oltre a serie tv importanti come “Don Matteo”, “Onore e il rispetto”, “Il Peccato e la vergogna” e “Carabinieri”. “Nel corso della mia carriera” – racconta - ho potuto conoscere attori importanti e lavorare con personaggi del calibro di Gabriel Garko, Alessia Marcuzzi, Manuela Arcuri, Andrea Roncato, Luca Argentero, Gigi Proietti, Lino Banfi e Christian De Sica. Una bella soddisfazione!». Il cinema è un mare di ricordi per Rito Liposi e, come dice il poeta “il naufragar m’è dolce in questo mare!”. «L’attrice più bella con cui ho lavorato ? Senz’altro Manuela Arcuri, di una fisicità pazzesca ! Mentre la più simpatica è stata senz’altro Sabrina Ferilli, una donna di un carattere stupendo. L’attore più antipatico è stato Paolo Villaggio – prosegue –mentre quello più carico di umanità è senz’altro Terence Hill, con cui ho lavorato e sono diventato amico girando “Don Matteo”. Con Terence è nato un grande rapporto sul set – spiega - prendendo lo spunto da un grande dolore comune. Ci siamo raccontati un giorno sul set le nostre grandi disgrazie, la scomparsa dei nostri figli, il mio Vincenzo che morì a 14 anni ed il suo figlio adottivo che scomparve a 16 anni negli Stati Uniti entrambi per lo stesso motivo, un fatale incidente stradale. E da lì è nata un’amicizia che dura ancora». 
I fiori freschi a ricordare Vincenzo, ci sono sempre a Viale dello Stadio, come l’amicizia con Terence Hill, cementata dal dolore che li ha accomunati ed uniti per sempre.

E tutto è nato, il rapporto di Rito Liposi con il cinema, in un pomeriggio di 58 anni. «Ero appena tornato in città in licenza dal corso di Allievo ufficiale di Fanteria che stavo svolgendo a Forlì e mi imbattei a Porta San Giovanni in un assembramento. «Stanno facendo un casting per un film» mi disse Sandro Romboli, anche lui in fila con gli altri. Superai il provino e mi misi davanti alla macchina da presa. Il film era “La ragazza di Bube” di Comencini. Sono stato utilizzato in due scene nel film” racconta Rito Liposi «Davanti alla Tipografia Nobili guidavo una Lancia Aprilia del 1960 e lanciavo dei manifesti di propaganda elettorale fuori dal finestrino mentre il mio collega in un megafono urlava “Vota Partito comunista italiano, vota Garibaldi !» La storia del film si svolgeva infatti all’epoca del referendum monarchia – repubblica” prosegue Rito Liposi, che ricorda di avere girato anche con un mito del cinema mondiale. “Girai anche la scena di una festa da ballo, con Claudia Cardinale, nella sede del Partito Socialdemocratico che si trovava tra Via Angeloni e Via delle Portelle”. Tanti ciak ed un solo grande rimpianto. “Mi scartarono per “La vita è bella!” perché ero troppo abbronzato. Così non ho vinto l’Oscar” dice con la sua risata inconfondibile. Insieme ad un desiderio. «Il regista con cui vorrei lavorare e non ci sono mai riuscito ?» “Carlo Verdone !. E allora, come diceva Woody Allen “Provaci ancora Michele !”. 

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