Meredith, condannati Amanda e Raffaele: 28 anni a lei, 25 a lui

Meredith, condannati Amanda e Raffaele: 28 anni a lei, 25 a lui
di Italo Carmignani e Egle Priolo
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Giovedì 30 Gennaio 2014, 08:16 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 12:15

FIRENZE - Amanda e Raffaele sono colpevoli. Condannati a 28 anni e sei mesi lei e 25 lui.

La grande attesa per la sentenza del processo per l'omicidio di Meredith Kercher è finita alle 21.55, dopo quasi dodici ore di camera di consiglio. Due anni e mezzo in più rispetto alla condanna di primo grado per l'americana (accusata anche di calunnia) e la conferma della prima sentenza per il pugliese.

Alla notizia ricevuta per telefono, Amanda è rimasta «impietrita», come confermato dai suoi legali, che hanno già anticipato che faranno ricorso alla Corte di cassazione contro questa sentenza.

A Raffaele è stato anche ritirato il passaporto. Anche lui è rimasto senza parole («annichilito», hanno spiegato) quando i suoi avvocati gli hanno comunicato la decisione dei giudici della Corte d'assise d'appello di Firenze.

Nella sentenza, il presidente della Corte Alessandro Nencini ha anche previsto per gli imputati il pagamento delle spese processuali, più il pagamento dei danni alle parti civili: 12.650 euro per Patrick Lumumba, vittima della calunnia e indicato da Amanda come l'assassino, 4.500 per la padrona della casa di via della Pergola, 11mila eruo ciascuno per i fratelli di Mez e 15mila euro ciascuno per i genitori.

In aula non c'erano né Amanda, mai tornata in Italia dopo l'assoluzione nel primo secondo grado, né Raffaele, andato via dall'aula alle 10 e mai tornato. Dopo aver ascoltato le ultime repliche, infatti, Raffaele è uscito da palazzo di giustizia ed è andato in albergo. Da dove, però, sarebbe uscito, come confermato dalla reception dell'albergo in cui era con il padre Francesco, anche lui non più in aula. Potrebbe aver lasciato addirittura Firenze.

La giornata. La giornata, intanto, si era aperta con le dichiarazioni degli avvocati di Amanda Knox: «Non c'è altra possibilità che l'assoluzione. Amanda è innocente, siamo sereni». I legali di Sollecito, invece, avevano annunciato sorprese, ma alla fine Raffaele non ha rilasciato dichiarazioni spontanee come ventilato ieri. I giudici sono entrati in camera di consiglio pochi minuti dopo le dieci. «Ora vado via. Ma tornerò dopo», aveva detto Sollecito prima di lasciare palazzo di giustizia in taxi. Ma voci sempre più insistenti parlano della sua partenza.

«Avvocato, è un buon segno?», aveva chiesto Amanda alla notizia dei continui ritardi ai suoi avvocati, che hanno raccontato come la Knox abbia vissuto queste ore di attesa con molta tensione. Ha spento la televisione e non vuole parlare con nessuno, aspettando notizie da Firenze. «E' sotto pressione ed è molto tesa, ma fiduciosa perché innocente», aveva ribadito l'avvocato Carlo Dalla Vedova. A Seattle, intanto, ha cambiato look: niente più lunghi capelli biondi, ma un caschetto castano.

Nel frattempo dall'Inghilterra sono arrivati Stephanie e Lyle Kercher, sorella e fratello di Mez, che sono entrati nella maxi aula 32 per la lettura della sentenza qualche minuto prima delle nove, come avevano anticipato dai legali della famiglia Francesco Maresca e Serena Perna. Domani è prevista a Firenze la loro conferenza stampa per commmentare la decisione della Corte d'assise d'appello di Firenze, presieduta da Alessandro Nencini, a latere Luciana Cicerchia. «Accetteremo qualunque decisione - aveva detto Stephanie -. Non vogliamo che siano condannate le persone sbagliate. Tutto quello che vogliamo è scoprire la verità su quello che è successo quella notte».

«C'è un colpevole, è Rudy». L'avvocato Carlo Dalla Vedova, che difende l'americana insieme a Luciano Ghirga, durante l'ultima arringa aveva parlato delle «contraddizioni dell'accusa. Questo era un processo chiuso con una confessione (di Rudy Guede, condannato a 16 anni, ndr) che non è stata neanche presa in considerazione in questo giudizio».

Dalla Vedova cita Dante e il suo girone dei traditori, parlando di come Amanda ha messo la sua disponibilità nelle mani degli investigatori ed «è stata tradita». Gli avvocati avevano ribadito che l'unico colpevole è Rudy, ricostruendo la sua presenza in casa e le sue attitudine violente. «Valutate gli indizi - è l'invito di Dalla Vedova ai giudici della Corte d'assise d'appello -. Non potete scrivere una sentenza di condanna basata sulla probabilità, dicendo che probabilmente è stata Amanda. Le sentenze nel nome del popolo italiano non lo consentono». L'avvocato aveva anche provato a smontare la ricostruzione dell'accusa sull'impronta di tacco (trovata nella casa del delitto) di una scarpa numero 36, quindi attribuibile a una donna, spiegando come quella traccia sia stata confrontata con tutte le scarpe di Amanda, non trovando corrispondenze. «La sentenza di giustizia è l'assoluzione perché non c'è prova della presenza di Amanda, anzi di entrambi gli imputati, sul luogo del delitto», aveva detto Ghirga, sottolineando il principio del ragionevole dubbio.

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