Mercato della casa
il successo delle piccole città

Mercato della casa il successo delle piccole città
di Fabio Nucci
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Mercoledì 20 Luglio 2022, 06:30

PERUGIA Nel momento in cui le viscosità della crisi economica post 2008 si sono allentate, le tensioni legate all’inflazione rischiano di frenare di nuovo il mercato di case e fabbricati. Per ora è solo un’ipotesi paventata nell’ultimo report della Borsa immobiliare dell’Umbria che al 31 marzo 2022 vede trattative in crescita del 12%. Sullo sfondo, infatti, si allunga l’ombra del rialzo dei tassi d’interesse che potrebbe mortificare lo slancio di coloro che sono disposti a investire in immobili, anche come bene rifugio.
Secondo l’elaborazione curata da Francesco Marco Maiotti, componente del Comitato per il listino della Borsa immobiliare dell’Umbria della Camera di Commercio, i dati sulle compravendite dell’Agenzia delle Entrate, per Umbria e Centro Italia indicano un andamento migliore rispetto alla media nazionale. «C’è un incremento delle transazioni di immobili residenziali del 9,8% nei capoluoghi e del 15,2% nelle altri città – spiega Maiotti – e l’Umbria, aspettando la diffusione dei dati regionali specifici, secondo le prime indicazioni dovrebbe muoversi in linea con tale andamento». Nel primo trimestre 2022 le compravendite di immobili residenziali sono salite del 12% annuo, mentre il mercato non residenziale ha realizzato +12,8%. «Questo a conferma che, specie in momenti di incertezza legati a inflazione e tensioni internazionali, quello del “mattone” resta il più affidabile e abbordabile bene rifugio per le famiglie intenzionate a diversificare i propri investimenti». Tra le pieghe di tali dati si intravedono i timori di una stangata sui tassi riferibile anche alla corsa dell’inflazione. «La Banca Centrale europea ha interrotto l'era del danaro gratis o quasi annunciando un primo rialzo dei tassi di riferimento dello 0,25% a luglio ed un secondo della stessa entità a settembre», ricorda Maiotti. Il confronto delle transazioni con l’ultimo trimestre 2021, infatti, denota un ridimensionamento del 14,5 con l’anno scorso che si era concluso con quasi 10mila transazioni normalizzate e una crescita, rispetto al 2020, del 34,6%. Un balzo più marcato per la provincia di Terni mentre il volume è apparso ovviamente più marcato in quella di Perugia.
Ciononostante, l’andamento dei prestiti resta positivo. «Il rapporto mensile di Bankitalia – osserva Maiotti - a maggio segnava un aumento di mutui alle famiglie del +3,9%, in salita rispetto al 2021». Un dato trainato dal boom di erogazioni a favore degli under 35 salite del 35,4% grazie anche agli incentivi fiscali, mentre appaiono in picchiata le surroghe (-56%). «Nell’83% dei casi – aggiunge Maiotti - i debitori preferiscono durate superiori ai 15 anni, con rate di rimborso compatibili col reddito disponibile». Quanto alla formula scelta, tra fisso e variabile si è inserita una terza via “ibrida”, il “tasso con Cap” che varia in base all’andamento del parametro di riferimento (Euribor) senza superare la soglia prefissata (Cap) che determina l’importo massimo delle rate. «Chi lo sottoscrive ha la garanzia che il rialzo non potrà mai superare un certo livello».
Quanto ai prezzi, Borsa immobiliare Umbria indica quotazioni stabili. I dati delle Entrate riferiti al 2021 a fine dicembre indicavano quotazioni in calo del 10,5% rispetto all’anno precedente, giustificabile, come evidenziato nel report sul mercato immobiliare residenziale, “nella bassa qualità del patrimonio edilizio scambiato. Il trend è simile per tutte le città ma con un gap di oltre 200 euro nella valutazione rispetto ai due capoluoghi: 1.082 euro al metro quadrato per Perugia e Terni, 864 nel resto del territorio.

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