Mercatino, ambulanti dimenticati
«Tutti ripartiti, non siamo fantasmi»

Ambulanti al Foro Boario
di Lorenzo Pulcioni
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Giovedì 21 Maggio 2020, 17:02 - Ultimo aggiornamento: 17:06

«Qualcuno ci spieghi perchè centri commerciali al chiuso e negozi al dettaglio sono ripartiti e noi ancora no». Oliva Leonardi, commerciante ambulante e titolare di una bancarella di abbigliamento al mercatino del Foro Boario, aspetta di sapere quando la Fase 2 potrà cominciare anche per lei. Lei e tutti gli operatori ambulanti di casalinghi e bigiotteria che sperano di poter tornare presto a lavorare. La data giusta potrebbe essere lunedì 25 maggio dopo l'intesa raggiunta dall'assessore regionale Michele Fioroni e il presidente Anci Umbria Francesco De Rebotti sulle linee guida per la riapertura dei mercati. Ma serve l'ordinanza regionale e poi il via libera del Comune responsabile della sicurezza delle aree. «Altri comuni ipotizzano date e progetti di distanziamento, a Terni non c'è niente di preciso» aggiunge. Accanto un'altra ambulante di abbigliamento per bambini e intimo, Nadia Leonardi: «Nel centro commerciale al chiuso, con ingressi non contingentati e potenziali assembramenti, dovrebbe essere più facile diffondere il contagio. Noi invece siamo un centro commerciale all'aperto e possiamo distanziare facilmente le persone. Perchè non possiamo ancora ripartire? Siamo ignorati da qualsiasi decreto, nessuno parla di noi» dice. Si parla anche del prossimo spostamento nel parcheggio dello Staino: «Ci andremmo volentieri - dicono - ma l'area deve essere attrezzata. Se un capo d'abbigliamento o un prodotto alimentare cade sulla terra si rovina e se piove diventa tutto fango».
Al Foro Boario intanto, nel terzo mercoledì dal fatidico 4 maggio, hanno fatto la loro comparsa, accanto agli operatori alimentari, solo un paio di aziende ortoflorovivaistiche: «A Terni abbiamo ricominciato a lavorare solo da oggi - dice Marco Ciatti - mentre già da quattro settimane siamo a Montecastrilli e da tre a Sangemini, dove peraltro non ci sono precauzioni così stringenti sul distanziamento. Qui ci sono quindici metri tra un banco e l'altro, nonostante l'area sia vuota e delimitata. Si potrebbero anche controllare ingressi e uscite. Non credo ci sia lo stesso rischio di contagio che in un centro commerciale al chiuso». L'intesa sulla riapertura delle attività economiche e produttive richiama le linee di indirizzo adottate dalla Conferenza Stato-Regioni e quindi il dpcm del 17 maggio. Per il presidente di Anci Umbria Francesco De Rebotti «un'intesa funzionale ad una semplificazione delle procedure di riapertura sia per le amministrazioni comunali che per gli operatori economici ed adattabili alle singole realtà che ospitino i mercati». Ora la palla passa alla Regione e al Comune.

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