Terni, il ritorno del mercatino
e la rivincita del porchettaro

Il mercatino al Foro Boario
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Giovedì 7 Maggio 2020, 10:15
LA GIORNATA
Per chi non mastica l'inglese, ma adora mangiare, la lezione pratica per capire cosa sia il take away, la nuova formula della ristorazione post emergenza Covid-19, si è avuta ieri al mercatino del mercoledì. Il tradizionale appuntamento settimanale, è tornato all'insegna del cibo. Solo i banchi degli alimentari potevano esporre la loro merce. Si attendevano trenta ambulanti, ne sono arrivati di meno. Ma il camion del porchettaro non poteva mancare. Senza saperlo, da sempre la vendita del panino con la porchetta è l'emblema del commercio take away. Incartato per consumarlo a casa, o al massimo divorarlo in macchina, senza mai farsi vedere. Certo, manca il bicchiere di vino, ma ora creerebbe assembramenti, e non si può. Ma è con il porchettaro all'opera che si può capire come funziona questo consumo da asporto. Per il resto, il ritorno del mercatino è stato più che altro un atto simbolico, eroico per certi versi. Ma non poteva essere altrimenti. Il ritorno alla normalità non sarà facile. La conferma si è avuta ieri. Dopo il tana libera tutti del 4 maggio, la folla per le vie e le pizze del centro si è snellita. Sempre ordinata, mascherine e guanti. Ma meno evidente, segno che il virus fa ancora paura. La voglia di normalità però c'è. E la si percepisce bene perché i fotogrammi del dopo Covid-19 sono più lenti. Anche i controlli fanno meno paura, perché come ammette un agente «è difficile fermare le persone, le deroghe sono talmente tante». Per dirne una, ieri anche la scusa vado al mercatino del mercoledì avrebbe retto. I parchi. Da sempre croce e delizia di Terni, sono inevitabilmente al centro della scena. Chiusi, aperti. Poco importa, perché l'attenzione è tutta concentrata sulla panchina. Se nella fase io resto a casa il balcone è stato l'icona della resistenza, la voglia di libertà ora è quella panchina al sole o all'ombra che è stata riconquistata, senza strafare però. E tenendo bene a mente che bisogna sempre indossare la mascherina. «E pensare che una legge dello Stato vieta di andare in giro con il volto coperto», osserva ironicamente un aziono seduto su una panchina. In quell'angolo del parco Le Grazie che è ancora vietato frequentare. «È che mi importa tanto sono un bandito», dice alzandosi la mascherina.
Sergio Capotosti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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