Covid, medici di famiglia sotto stress:
«Siamo al collasso, riceviamo centinaia
di telefonate, difficile discernere i problemi sanitari»

Covid, medici di famiglia sotto stress: «Siamo al collasso, riceviamo centinaia di telefonate, difficile discernere i problemi sanitari»
di Corso Viola di Campalto
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Lunedì 2 Novembre 2020, 13:28

TERNI I numeri ormai non lasciano più spazio ai dubbi, a Terni il sistema sanitario è andato in tilt con la pandemia. Solo ieri sono stati ben 1117 i nuovi casi e gli attualmente positivi sono diventati 976. Mentre sono migliaia le persone costrette all’isolamento fiduciario perché a sono stati a contatto coi contagiati. Una pentola a pressione che mette sotto forte stress tutto il sistema. Il dipartimento d’igiene e prevenzione del’Asl è palesemente in affanno e non riesce più a tracciare i casi positivi. Con ripercussioni evidenti .  Ma tra i più esposti alla nuova e violenta ondata ci sono sicuramente i medici di famiglia, che sono sommersi di richieste di chiarimenti da parte dei loro pazienti impauriti dal contagio. 
A fare il quadro della situazione, senza peli sulla lingua come al solito, è la dottoressa Simonetta Centurione della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) di Terni: «La situazione è devastante per la popolazione - dice il medico di famiglia - ma anche per noi, ed è sempre peggio».
Tanti i problemi sul piatto: «In questo periodo di emergenza sanitaria noi medici di medicina generale - continua - siamo oberati dal lavoro, rischiamo il bournout ma è soprattutto il Sistema sanitario a rischiare il “collasso”. Tra pazienti Covid e non, pazienti che temono di essere stati contagiati e pazienti che chiedono di essere sottoposti a tamponi, siamo sommersi da una media giornaliera di 130-150 telefonate, Sms e whatsapp. In questa situazione non solo non riusciamo a rispondere a tutti ma soprattutto è difficilissimo discernere i problemi sanitari che i nostri pazienti ci pongono».
Evidenti anche la difficoltà nel dialogare con i servizi preposti dell’Asl: «Le problematiche che ci troviamo a fronteggiare sono le più disparate - dice ancora la rappresentante dei medici - , dalla difficoltà ad interfacciarsi con le Usca alle difficoltà di comunicare con le istituzioni. Abbiamo ritardi nelle comunicazioni delle quarantene da parte della Asl e di conseguenza ritardi nella emissioni di certificazioni Inps, con conseguente situazioni di “attrito” con i nostri pazienti che devono, a loro volta, giustificare le assenze nei confronti del datore di lavoro».
Un bombardamento di chiamate, 24 ore su 24: «Rispondere a tutti gli assistiti in tempo reale -continua Simonetta Centurione- è diventata ormai una chimera ma soprattutto condurre una vita normale, per noi medici, è praticamente impossibile lavorando dalle 12 alle 13 ore al giorno.

La nostra speranza è quella di trovare al più presto un accordo, un sistema di comunicazione, una collaborazione, un protocollo concordato con le Istituzioni, i Dipartimenti e le Asl, perché solo così si potrà uscire dignitosamente da un sistema che ha portato la Medicina Generale ad affrontare nell’emergenza situazioni nuove in condizioni critiche».

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