McDonald's a Orvieto, il nodo della viabilità. E la città si divide

L'area di Orvieto scalo che dovrebbe ospitare il McDonald's
di Vincenzo Carducci
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Giovedì 7 Marzo 2019, 12:56
ORVIETO - Faccia a faccia in Comune sul McDonald’s a Orvieto scalo, lente di ingrandimento sul nodo viabilità. Ieri mattina il sindaco Germani ha incontrato i due architetti che seguono il progetto per analizzare le criticità, evidenziate dall’amministrazione, rispetto alla zona individuata a ridosso della rotatoria di via Costanzi. Sul tavolo la proposta - da realizzare a spese della società che porterebbe il Big Mac all’ombra della Rupe - per alleggerire i flussi di traffico che l’arrivo del nuovo ristorante aumenterebbe.

L’ipotesi è l’allargamento di via Costanzi all’altezza dell’incrocio con via Monte Bianco per creare una doppia corsia che consenta lo scorrimento in direzione Orvieto e lo svincolo verso l’area dove sorgerebbe il fast food. Una soluzione che non convince ancora il sindaco che ha chiesto alla società uno studio dettagliato sulle presenze ipotizzabili per fascia oraria da poter incrociare con i dati sui flussi di traffico in possesso dell’amministrazione allegati al progetto della complanare. “Ho ribadito - spiega il primo cittadino - che da parte nostra non c’è nessuna preclusione all’arrivo di McDonald’s ma li abbiamo invitati a valutare altre zone”. Tra queste un terreno nei pressi del centro commerciale Porta d’Orvieto e uno nell’area conosciuta come ex Maggi, vicino al casello A1, dove tuttavia ci sarebbero degli alti costi da sostenere per l’eventuale demolizione del fabbricato esistente.

Da quanto trapela i referenti di McDonald’s, che hanno seguito la realizzazione delle strutture di Viterbo e Orte, sarebbero interessati alla sola area di via Costanzi peraltro già destinata dal prg ad ospitare un’attività commerciale che, a prescindere dal nome e dalla tipologia, una volta realizzata aumenterebbe comunque i carichi di traffico in quel punto. Intanto la vicenda fa discutere in città e sui social tra chi, al di là dell’aspetto gastronomico e dell’attrattiva del fast food, evidenzia l’opportunità occupazionale di un progetto del genere (40 potenziali posti di lavoro) e chi sottolinea le possibili ricadute negative. “I ristoranti del centro storico che offrono prodotti di qualità non possono temere la concorrenza di un fast food - fa notare un ristoratore - ma da imprenditore mi chiedo quante piccole attività, come le pizzerie di Orvieto scalo e Ciconia, possano resistere senza essere costrette a tagliare i dipendenti o addirittura chiudere”.

LE REAZIONI «Ci domandiamo e domandiamo alla cittadinanza, quale sia la logica che porta a tollerare il traffico di camion da e verso la discarica Acea e a voler moderare invece il traffico di auto nella rotonda di via Angelo Costanzi, tramite lo scoraggiamento politico degli investimenti», commenta il presidente della neonata associazione Orvieto 19to24, Luigi Menta. «Ma, soprattutto - aggiunge - non si è data la necessaria priorità alla creazione di 30 o 40 posti di lavoro, come è pure accaduto su Orte, rispetto a problemi secondari come traffico e parcheggi, e nell’ottica della lotta all’abbandono per emigrazione economica di Orvieto». Il caso McDonald's è il pretesto per l'associazione per evidenziare come la città e il territorio in questi anno non siano riusciti «a tenere il passo di un pianeta che corre veloce, con aziende chiuse e con episodi che raccontano scelte amministrative dirette verso una meta diversa dalla piena occupazione». «Registriamo l’adesione ad altrui ideali di decrescita da parte di forze politiche che dovrebbero avere al primo punto del loro ordine del giorno la creazione di nuovi posti di lavoro - prosegue Menta - e che invece di governare l’economia per stimolare la crescita hanno attualmente un approccio rinunciatario. A queste forze politiche, laburiste e progressiste, chiediamo un’inversione di rotta rispetto a qualsiasi appoggio politico odierno, mediante l’individuazione e la responsabilizzazione di nuovi candidati alla cosa pubblica, nella direzione della crescita economica forte di Orvieto, unico grande porto sul fiume autostradale di una regione senza sbocco marittimo. 
Crescita economica che va attuata entro i prossimi cinque anni».

 
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