Terni, la storia di Maria Chiara: «A casa da un mese e non è ancora finita»

Terni, la storia di Maria Chiara: «A casa da un mese e non è ancora finita»
di Aurora Provantini
3 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Ottobre 2020, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 21:28

TERNI - «Tra hic e hoc stiamo a casa da un mese e ancora non è finita». Maria Chiara sfodera un dialetto verace per raccontare la storia della sua interminabile quarantena. «Mi sono ammalata lo stesso giorno in cui anche mio marito comincia a presentare sintomi. Era il primo venerdì di ottobre. Sono uscita dal lavoro barcollando e una volta arrivata a casa ho misurato la febbre: avevo 38,7. Ho avvertito il medico di famiglia che mi ha prescritto la tachipirina. La temperatura non si abbassava.  Il giorno seguente anche Angelo (il marito, ndr) aveva 38 di febbre.  Parte la segnalazione del nostro medico all’Usl Umbria 2 il lunedì successivo, ma solo il lunedì seguente, ben sette giorni dopo, arrivano i sanitari dell’unità speciale di continuità assistenziale per effettuare il tampone». Il martedì l’esito: positivo. Scattano, con un ritardo di dieci giorni, le interviste a Maria Chiara e Angelo, da parte del dipartimento di igiene e prevenzione dell’Usl Umbria 2, per risalire ai contatti stretti e procedere con l’isolamento fiduciario. «L’inizio è stato complicato – racconta Maria Chiara –  soprattutto perché stavamo male e non riuscivamo neanche a prepararci la cena. Febbre, perdita di gusto e olfatto, difficoltà respiratorie, erano tutti sintomi riconducibili al Covid-19, perciò non abbiamo voluto che amici o parenti venissero in nostro soccorso. Neanche per portarci la spesa.  A poche ore dalla  risposta del tampone arriva l’ordinanza del sindaco Latini di isolamento contumaciale per altri dieci giorni, anche se di fatto da quel momento stiamo male solo per altri cinque. Per la raccolta dei rifiuti l’Asm ha sempre mandato  degli operatori al piano a ritirare l’indifferenziato, inizialmente di lunedì e di venerdì,  poi tutti i giorni. «Debbo riconoscere che in questo momento di emergenza straordinaria, confermata anche dalla difficoltà a rispettare i tempi per le procedure di indagine sanitaria, abbiamo apprezzato la disponibilità quotidiana a provvedere alla spesa alimentare da parte del Comune. Noi non ne abbiamo usufruito, potendo fare gli ordini online presso i supermercati autonomamente, ma ci è sembrata una forma di assistenza estremamente importante, specie per chi vive solo». «Ancora non ci è chiaro come siamo stati contagiati, ma per fortuna non abbiamo avuto bisogno di ricorrere al ricovero in ospedale. Ad oggi siamo ancora in isolamento, senza febbre, ma spossati. La sola cosa che riusciamo a fare è collegarci con i nostri rispettivi uffici per capire come fare a ricominciare, al più presto, da dove avevamo lasciato». «Abbiamo in programma per domani il tampone di verifica, perché sono tre giorni che stiamo meglio», «Tra hic e hoc»-  come dice Maria Chiara – «questo virus, contratto in forma lieve, ci ha tenuti bloccati un mese».

© RIPRODUZIONE RISERVATA