Mamma Lena per chiedere giustizia mostra le foto del cadavere del figlio
morto in ospedale dopo un infortunio sul lavoro

Mamma Lena per chiedere giustizia mostra le foto del cadavere del figlio morto in ospedale dopo un infortunio sul lavoro
di Nicoletta Gigli
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Ottobre 2021, 08:41

TERNI «Mio figlio è stato umiliato anche da morto. L'hanno lasciato in terra sul pavimento di uno sgabuzzino dell'ospedale. Un trattamento che non meriterebbe neppure un animale». La disperazione di Lena va in scena lungo il marciapiede di fronte al palazzo di giustizia. In quel luogo in cui Lena Dodaj da anni chiede invano di sapere la verità sulla morte di suo figlio, Maringleno. Al dolore che ha sempre caratterizzato le sue iniziative di protesta si aggiungono nuovi elementi che la donna ha recuperato nei fascicoli depositati in procura. Questa volta la donna mostra alcune foto che sono un pugno allo stomaco. In quelle immagini c'è suo figlio, completamente nudo, ormai senza vita, disteso in terra in uno stanzino dell'ospedale di Terni. «Ho fatto le fotocopie del fascicolo depositato in procura e tra le carte c'erano queste foto - sussurra in lacrime. Un altro affronto per una madre che ha perso suo figlio e che ancora aspetta di sapere la verità su quello che è successo quella mattina». In quel fascicolo anche la trascrizione di una registrazione dei colloqui avuti con alcuni sanitari: «L'unica certezza - dice Lena - è che mio figlio, che fu tenuto a disposizione della procura per cinque giorni, fu sepolto senza che fosse fatta l'autopsia. E che non fu mai permesso di vedere il luogo dove si verificò l'infortunio. Dopo dieci anni sono ancora alla disperata ricerca della verità. Ormai non ho niente da perdere. Aspetto solo di essere chiamata da un magistrato perché, prove alla mano, ho tante cose da dire».
Maringleno aveva 25 anni e faceva l'operaio. Il 18 novembre del 2011 stava sistemando dei pannelli sul tetto di un'azienda di Narni Scalo quando precipitò nel vuoto per il cedimento di un lucernaio. Il giovane fu soccorso ma era in condizioni disperate e la corsa in ambulanza verso ospedale purtroppo fu inutile. Il suo cuore si fermerà poco dopo, lasciando Lena a convivere con un dolore inconsolabile. Lei ha cercato la verità per anni, affrontando cinque procedimenti penali per far luce sulla morte di suo figlio. Tutti chiusi con altrettante archiviazioni. Lena però, che in passato ha fatto lo sciopero della fame nella cappella dove riposa suo figlio, non si arrende e vuole sapere la verità. Nonostante sia stata archiviata anche l'ultima richiesta di riapertura delle indagini nei confronti del personale sanitario che ha preso in cura il giovane dopo l'infortunio. «Da qui non mi muovo» dice la donna annunciando che resterà in sit in fino alla fine della settimana. Lunedì la protesta di una madre senza più lacrime si sposterà di fronte alla procura di Perugia.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA