Maltratta l'ex fidanzata conosciuta in ospedale: Perugia, operatore socio sanitario sotto processo

di Enzo Beretta
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Domenica 20 Ottobre 2019, 19:42
PERUGIA - E’ in pieno svolgimento, con le testimonianze degli investigatori della polizia che hanno portato avanti le indagini, il processo contro un uomo di 43 anni originario di Napoli accusato di maltrattamenti, stalking e lesioni aggravate nei confronti dell’ex fidanzata «affetta da disturbi psichici e conosciuta durante un suo ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale Santa Maria della Misericordia presso cui lavorava» come operatore socio sanitario. Nel corso dell’udienza che si è svolta ieri mattina nel tribunale penale di Perugia sono stati interrogati tre agenti della squadra volante della questura intervenuti in momenti diversi in seguito alle aggressioni dell’imputato.

La Procura descrive negli atti giudiziari i presunti comportamenti violenti tenuti dall’uomo: «La rinchiudeva in casa non permettendole di uscire» oppure «la privava del cellulare per telefonare» obbligandola «a soddisfare ogni suo desiderio sessuale». Alla giovane – parte civile attraverso l’avvocato Saschia Soli – sarebbe inoltre stato «impedito di prendere farmaci» e le sarebbero state «sottratte somme di denaro percepite a titolo di invalidità». Il pm Annamaria Greco accusa l’imputato – difeso da Barbara Romoli – anche di aver picchiato l’ex compagna in almeno un paio di circostanze nel 2016 insieme a presunti episodi di stalking quando non «accettava la fine della relazione sentimentale».

Dalle indagini è emerso che il napoletano «si recava più volte sotto casa dei genitori, con i quali la persona offesa era tornata a vivere, in evidente stato di ubriachezza». In una circostanza, «quando era andato a casa sua per riprendere gli oggetti personali, durante una discussione ha sbattuto con violenza la donna sul letto» oppure un'altra volta «ha minacciato di morte il padre della ragazza, intervenuto per difendere la figlia». L’imputato viene accusato di atti persecutori anche perché «nel 2016 si è presentato in più occasioni fuori dall'abitazione chiedendo di voler vedere la sua ex e parlarle, inveendo contro il padre al rifiuto dell'uomo». Ma anche perché «effettuava continue chiamate ed inviava numerosi messaggi sull'utenza cellulare intestata alla madre della poveretta nel quale insisteva che la figlia era 'sua'».

Il processo dinanzi al giudice monocratico di Perugia, Matteo Cavedoni, è iniziato nell’aprile 2018 in seguito al rinvio a giudizio dell’ottobre 2017 firmato dal gup Margherita Amodeo. Si concluderà entro la primavera considerato che tra marzo e maggio sono state già individuate le date per le prossime tre udienze.
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