«Terremoto, l'Eugubino sopra
una faglia da settimo grado»

«Terremoto, l'Eugubino sopra una faglia da settimo grado»
di Massimo Boccucci
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Domenica 16 Maggio 2021, 08:24 - Ultimo aggiornamento: 18:08

GUBBIO (Pg) La terra trema una, due, tre, quattro volte in poche ore. Succede a Gubbio nel giorno più importante per la città, quello della Festa dei Ceri, anche se rinviata per via del Covid. Le scosse hanno fortunatamente causato pochi danni, ma la preoccupazione non finisce qui.
La paura vera infatti ha il nome di Faglia Alto Tiberina. Una faglia di 60 chilometri per 30 su cui, di fatto, è “seduta” la città e che per le sue dimensioni potrebbe generare un terremoto ben più forte di quelli che tra venerdì e sabato hanno fatto uscire la gente dalle case e costretto i vigili del fuoco a verifiche sulla stabilità di diversi edifici storici.
L’allarme arriva dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: la Faglia Alto Tiberina può generare terremoti anche fino a magnitudo 7. L’Ingv ha spiegato, in un’analisi della situazione, che questo terremoto è avvenuto in un’area la cui sismicità, così come rappresentata dal catalogo parametrico più recente, è frequente ma relativamente moderata. La storia sismica di Gubbio registra 95 eventi avvertiti nella regione con magnitudo superiore a 4.0 e di livello massimo nella città pari al settimo-ottavo grado della scala Mcs (1593 e 1751). Più recentemente, il 23 marzo 1961, è avvenuto un evento con epicentro vicino a quello di ieri, ma con magnitudo superiore (M5.0), con intensità pari al settimo grado della scala Mcs.
IN CITTÀ
L’Ingv ha localizzato alle 9.56 di ieri un evento di magnitudo 3.9 (inizialmente 4.1) con ipocentro a dieci chilometri di profondità ed epicentro a due chilometri dalla città, cui è seguita alle 10.07 una replica con magnitudo 3.1 con identica profondità ipocentrale ed epicentro a un chilometro. Sono seguite altre scosse di assestamento con la reazione spaventata di molti che hanno preferito riversarsi in strada fino all’ora di pranzo aspettando che si placasse lo sciame sismico.
«Ci mancava solo il terremoto», vanno ripetendo gli abitanti di Gubbio da quando la terra ha cominciato a tremare già dalla sera prima, per riservare a ieri mattina le altre due scosse pesantemente avvertite dalla popolazione. In quella che appunto è la giornata più importante per la città (oltre che simbolo della Regione), che solo a causa della pandemia - come accaduto già lo scorso anno - non ha visto riversarsi per le strade migliaia di persone, tra i cerimoniali della vigilia e il 15 maggio scolpito nella tradizione che si rinnova. Alla tristezza e alla rabbia per la nuova rinuncia alla secolare festa, si è aggiunta la paura per il sisma di una certa forza che è tornato a farsi sentire a distanza di oltre 4 anni dallo stesso epicentro (24 ottobre 2016 alle 5 di mattina, magnitudo 3.0). 
I maggiori disagi, e non solo per gli eugubini, comunque, sono stati alla circolazione, tra treni cancellati e ritardi: tra la prima e la seconda scossa è stato infatti fermato il traffico ferroviario sulla linea Roma-Ancona, con ripristino nel pomeriggio nel tratto dalla capitale a Foligno, con tanto di autobus fino al capoluogo marchigiano. Nella tratta Nocera Umbra-Fabriano sono stati poi attivati bus per il servizio sostitutivo della linea regionale. 
E a Gubbio al momento non resta che votarsi ai tre santi dei Ceri perché la faglia non faccia i capricci. 

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