Mafia, maxi operazione anti droga:
blitz in anche in Umbria

Mafia, maxi operazione anti droga: blitz in anche in Umbria
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Giovedì 17 Gennaio 2019, 10:52
PERUGIA - Tocca anche l'Umbria l'ultima maxi operazione antimafia in corso dall'alba di mercoledì, coordinata dalle Direzioni Distrettuali Antimafia di Caltanissetta e Roma, nei confronti di 11 appartenenti al clan Rinzivillo per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. L'operazione è l'epilogo di una indagine, che, alla fine del 2017, aveva già portato all'arresto di 37 persone e al sequestro preventivo di beni per oltre 18 milioni di euro.

Le accuse, a vario titolo, sono quelle di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, perpetrati in Germania, a Roma e in Sicilia. In particolare, gli investigatori hanno ricostruito gli affari illeciti della consorteria criminale, gestiti mediante una “cellula” in territorio tedesco, che il boss, secondo gli investigatori, aveva affidato al suo “luogotenente” Ivano Martorana. Questa articolazione si sarebbe occupata dell’approvvigionamento della droga, destinata ad essere smerciata nella capitale e sulla piazza sicula.

In tale contesto, sono emersi contatti con soggetti turchi di notevole caratura criminale, nonché con persone che hanno avuto rapporti con la ‘ndrangheta reggina, tra cui un pregiudicato meglio noto come “TT” o “U MECCANICU”, latitante all’estero e poi catturato, nel dicembre del 2017, nei pressi di Duisburg.

Tra gli indagati anche personaggi appartenenti alle istituzioni, accusati di concorso in fatti corruttivi, talora aggravati dalla "agevolazione mafiosa”, per aver messo a disposizione notizie riservate contenute nella banca dati SDI e in alcuni documenti cartacei, nonché per aver cercato, sempre al fine di favorire l’organizzazione criminale, di corrompere appartenenti a forze dell’ordine in servizio presso alcuni aeroporti italiani, ai quali promettevano utilità in cambio dell’omissione di controlli per facilitare l’esportazione in Russia di significative somme di denaro, da reinvestire in attività economiche con il supporto di esponenti apicali di mafie autoctone.

Tra gli indagati anche un avvocato romano cui vengono contestati indebiti accertamenti “commissionati” a P. per acquisire, mediante la predetta banca dati, informazioni di natura riservata sul conto di numerosi soggetti, del tutto ignari.


 
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