Suarez: la prima "giornata" del processo si chiude in 20 minuti, ma è già battaglia

Luis Suarez il giorno dell'esame a Perugia un anno fa
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Martedì 28 Settembre 2021, 17:11 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 08:26

PERUGIA - Scarsi venti minuti. La prima "giornata" del processo Suarez va in archivio molto velocemente, ma tanto basta per preannunciare già battaglia sulle intercettazioni. Evidente e inevitabile, considerato che la quasi totalità degli elementi che hanno portato procura e guardia di finanza a indagare prima e rinviare a giudizio poi l'ex rettrice dell'università per stranieri Grego Bolli, il direttore generale Olivieri, la professoressa Spina e l'avvocato della Juventus, Maria Turco, si basa sulle intercettazioni video e ambientali e la relativa trascrizione. Elementi su cui si fonda l'accusa ma che secondo le difese vanno indagati in maniera imparziale e "terza" per verficare se possa essere stata commessa qualche inesattezza che potrebbe aver dato un senso diverso a quanto realmente detto.

E così martedì mattina il gup Natalia Giubilei ha disposto la perizia trascrittiva delle intercettazioni agli atti, ambientali e telefoniche, rinviando l'udienza al 12 ottobre prossimo per il conferimento dell'incarico. All'udienza oltre ai pm titolari del fascicolo Paolo Abbritti e Gianpaolo Mocetti e ai difensori degli imputati era presente il procuratore capo Raffaele Cantone. «È stata disposta la perizia trascrittiva di tutte le intercettazioni in atti, telefoniche e ambientali, in accordo con tutte le parti, in maniera tale - ha spiegato l'avvocato Francesco
Falcinelli, difensore di Olivieri lasciando il tribunale assieme al collega David Brunelli, difensore di Grego Bolli e Spina - che il giudice avrà elementi conoscitivi che sono stabili perché acquisiti con perizia. Il mio assistito ha sempre reso dichiarazioni e ha fornito un contributo ricostruttivo in ogni fase dell'indagine preliminare».

Le accuse, contestate dalla Procura di Perugia a vario titolo sono falso ideologico, rivelazione di segreto d’ufficio e falso materiale. Nel procedimento è stata individuata come parte offesa l’Università per Stranieri di Perugia. I pm contestano il reato di falso ideologico in concorso all’ex rettrice dell’Università per Stranieri Giuliana Grego Bolli, al direttore generale Simone Olivieri, ai due professori Stefania Spina e Lorenzo Rocca (che ha già patteggiato una pena) e a Maria Turco. Quest’ultima, «in qualità di legale incaricato dalla società Juventus, quale concorrente morale e istigatrice», e gli altri quattro, si legge nel capo di imputazione, «in veste di pubblici ufficiali», «attestavano falsamente nella delibera del Centro di Valutazione e Certificazioni linguistiche del 9 settembre» che l’istituzione della «sessione straordinaria del 17 settembre era motivata da esigenze logistiche e di sicurezza, quando invece veniva istituita ‘ad personam’ solo per consentire a Suarez di ottenere, nei tempi richiesti dalla Juventus e all’esito di una fittizia procedura di esame, la certificazione linguistica».

L’esame-farsa dello scorso settembre per il calciatore Luis Suarez avrebbe portato, secondo l’accusa, «vantaggi patrimoniali» all’Università degli stranieri di Perugia. Per i pm, i vertici dell’Università avrebbero agito per procurare all’Ateneo «il profitto derivante sia dal corrispettivo per l’iscrizione all’esame e per il corso on line di preparazione fornito al calciatore Suarez per un importo di 1.748 euro, nonché i vantaggi patrimoniali derivanti dalla prospettata attivazione di un rapporto convenzionale con la Juventus per future stabili collaborazioni nel settore della formazione linguistica di calciatori stranieri, anche del settore giovanile e dalla diffusione a livello internazionale dell’immagine dell’Ateneo, sui principali media nazionali ed esteri».

Per quanto riguarda l’accusa di rivelazione di segreto di ufficio in concorso, i magistrati di Perugia accusano i vertici dell’Università per «il file pdf contenente l’intero svolgimento della prova tenutasi poi il 17 settembre 2020» che venne inviato via mail al calciatore cinque giorni prima, il 12 settembre dalla professoressa Stefania Spina.

Quest’ultima, insieme con l’ex rettrice Giuliana Grego Bolli, l’ex dg Simone Olivieri e la professoressa Spina, sono accusati, infine, anche di falso ideologico e materiale, in quanto, si legge, «attestavano falsamente l’effettuazione della procedura di accertamento della conoscenza della lingua italiana al livello B1 in capo a Suarez, requisito necessario per il conseguimento della cittadinanza italiana, mentre la verifica di tale conoscenza era fittizia in quanto il contenuto specifico delle modalità e dei temi della prova di esame era stato predeterminato e reso noto all’esaminando».

«NON SPICCICA NA PAROLA»

Sono proprio le intercettazioni che hanno portato alla ribalta il caso dell’esame farsa sostenuto all’Università per stranieri di Perugia il primo punto che le parti hanno affrontato nell’udienza che si è tenuta questa mattina nel Tribunale del capoluogo umbro. A un anno di distanza dall’indagine terminata con la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex rettrice Giuliana Grego Bolli, per l’ex direttore generale Simone Olivieri, per la professoressa Stefania Spina e per l’avvocato della Juventus Maria Turco e con il patteggiamento del docente esaminatore Lorenzo Rocca, l’inchiesta è approdata davanti al gup Natalia Giubilei che, in accordo tra le parti, ha disposto la perizia di tutte le intercettazioni presenti agli atti, sia ambientali sia telefoniche. Un esame farsa secondo l’accusa, sostenuto dal calciatore in un italiano incerto e con l’utilizzo di espressioni come «bambino porta cocumella» o «io parlare con mia moglie».

Tra le intercettazioni principali emerse dall’inchiesta e costate l’iscrizione nel registro degli indagati agli allora vertici dell’ateneo, si ricordano: «Non dovrebbe, deve, passerà, perché con 10 milioni a stagione di stipendio non glieli puoi far saltare perché non ha il B1» e ancora: «Non coniuga i verbi» e «parla all’infinito». E poi, riportate nelle carte dell’inchiesta, un’altra conversazione tra gli indagati: «Io lo faccio già preparare ma devo attendere l’anagrafica, quando una volta che si è inserito, io posso già metterci il voto. Mi dici tu che voto ci do e via». «Brava, mettici il minimo». E l’altra rispondeva: ‘3, 3, 3, 3, 3». «Brava perfetto, metti tutti 3. E perché tanto ho sentito la rettrice ieri, la linea è quella». In un’altra intercettazione un’indagata dice: «Per dirtela tutta oggi abbiamo praticamente concordato quello che gli farà l’esame. Quindi mi ha detto fagli scegliere ste due immagini». E ancora: «Oggi c’ho l’ultima lezione e me la devo preparare perché non spiccica na parola». «Far passare due ore di lezione con uno così non è facile».

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